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Rivolte anti-immigrati in Irlanda del Nord: esposte bandiere Uk per evitare attacchi


Rivolte anti-immigrati in Irlanda del Nord: esposte bandiere Uk per evitare attacchi

Continuano i disordini in Irlanda del Nord, dove per la terza notte consecutiva le strade di Ballymena, città di circa 30mila abitanti, si sono riempite di bande di incappucciati che hanno dato l’assalto alle case di immigrati, sfasciando le finestre e appiccando incendi. Molti residenti, per difendersi, hanno iniziato ad esporre bandiere britanniche per segnalare la propria nazionalità.

La violenza nella provincia del Regno Unito è scoppiata dopo l’arresto, lunedì scorso, di due 14enni rom accusati di aver tentato di stuprare una ragazzina. Si è trattato della classica miccia, l’ultima goccia per i locali che da tempo si lamentano di essere diventati la “discarica” degli immigrati, a cui imputano l’aumento della criminalità e dell’insicurezza. Nel mirino delle rivolte sono finite soprattutto persone provenienti dall’Est Europa, come cechi, slovacchi, bulgari o polacchi. La polizia ha parlato di “teppismo razzista” e la premier dell’Irlanda del Nord, la cattolica Michelle O’Neill, ha descritto i disordini come “razzismo puro“.

Gli scontri hanno causato decine di feriti, e a Ballymena la polizia ha risposto con cannoni ad acqua ai lanci di molotov e mattoni. Le violenze si sono estese sporadicamente anche ad altri centri abitati, tra cui Belfast, il che ha portato alla decisione di sospendere il servizio ferroviario tra il capoluogo e Derry.

Non è la prima volta che in Gran Bretagna e Irlanda si assiste a rivolte anti-stranieri. Alla fine del 2023, il centro di Dublino era stato messo a ferro e fuoco da violente proteste scoppiate a seguito dell’accoltellamento di tre bambini da parte di un immigrato. Un chiaro segnale del rancore sepolto tra la popolazione per il massiccio afflusso di persone da altri Paesi e per le politiche di apertura e accoglienza del governo irlandese.

Nell’estate del 2024, numerose città inglesi erano state scosse da violente proteste, anche in questo caso scoppiate dopo che un immigrato ruandese aveva ucciso barbaramente tre

bambine. L’evento era stato l’innesco per far scoppiare la rabbia della popolazione delle regioni lasciate sempre più ai margini dello sviluppo economico e costrette a far fronte alla crescente presenza di stranieri.


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