«Restituisci i prodotti rubati o le diffondo». Ma arriva l’assoluzione, ecco perché
PESARO Il messaggio anonimo con la minaccia di revenge porn alla ragazza di OnlyFans, il caso finisce davanti al giudice. Una storia pruriginosa discussa ieri davanti al giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Pesaro e che ha visto un 37enne residente a Pesaro accusato di minaccia aggravata e tentata diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti.
La denuncia
A denunciarlo nella primavera del 2024 era stata una 39enne residente in città che ha un profilo OnlyFans, una piattaforma che offre un servizio di intrattenimento a luci rosse a pagamento.
I due erano venuti in contatto e l’uomo viene accusato di aver lasciato un biglietto anonimo, nei pressi della porta di ingresso della donna. Qui ci sarebbe stato scritto qualcosa come: «Ho provato ad avvisarti ma mi hai bloccato, restituisci tutto perché sanno cosa hai fatto, lascia perdere».
Il riferimento sarebbe stata a dei prodotti per la cura del corpo che un amico della donna avrebbe sottratto all’imputato. E il testo sarebbe stato interpretato come una minaccia dalla onlyfanser che ha sporto querela. Ma qualche giorno dopo la denuncia è stata integrata con un nuovo episodio. L’uomo infatti avrebbe sottratto delle immagini della donna a contenuto sessualmente esplicito su OnlyFans, senza il suo consenso. Poi le avrebbe inviato un messaggio su Telegram con scritto: «Sono in possesso dei tuoi video e foto OnlyFans».
Poi la minaccia di revenge porn. «Se non vuoi che arrivano a chi non conosce il tuo lavoro, ti conviene riportare indietro quello che hai fatto rubare». Infine l’ultimatum: «Hai tempo fino a domani sera dopo di ché procedo». Il tutto con l’aggravante per aver commesso il fatto attraverso strumenti informatici.
Ieri la discussione in aula con rito abbreviato, con l’avvocato Andrea Bianchi difensore dell’imputato. Il legale ha sottolineato il fatto che l’autore del messaggio anonimo non sarebbe stato identificato con certezza e che il contenuto non era minaccioso.
«Il fatto non sussiste»
Inoltre le immagini osé sarebbero state scaricate dal profilo condiviso su OnlyFans, dunque già visibili al pubblico, non attinente alla sfera privata della ragazza. Lo stesso pubblico ministero ha chiesto l’assoluzione. Dopo una breve camera di consiglio il giudice ha assolto l’uomo da tutte le accuse perché il fatto non sussiste. La ragazza non si è costituita parte civile.