Economia

Renzi contro il golden power su Unicredit

RAPALLO – Per me vince il libero mercato, sempre. Per questo dovreste reagire quando il governo sceglie di usare il golden power contro una banca italiana». L’ex premier Matteo Renzi sceglie questo pungolo per stimolare la platea riunita a Rapallo per il 54esimo convegno dei Giovani imprenditori. «È uno scandalo assoluto», dice. E spiega: «Non prendo le parti di nessuno. E quindi a partire da lunedì (domani, ndr) con l’assemblea di Mediobanca vinca il migliore. Ho però l’impressione che ci sia un po’ troppo attivismo da parte del governo. Quando il governo decide di utilizzare il golden power contro Unicredit è una lesione gravissima delle regole del libero mercato». Poi si rivolge agli imprenditori: «Dite qualche cosa, perché nessuno dice niente, questo è uno scandalo assoluto. Il golden power dovrebbe essere un’extrema ratio, una sorta di bomba nucleare da usare in casi particolari, non contro una banca italiana che vuole conquistare un’altra banca italiana». Rispetto ai fascicoli aperti dalla magistratura milanese Renzi è cauto: «Le indagini si commentano poi con le sentenze, non con le chiacchiere».

Renzi poi si dedica a quello che il governo Meloni non ha fatto o ha fatto male nel campo delle politiche industriali, come «Industria 5.0 che è incomprensibile, più di un discorso del ministro Urso». A Rapallo ieri era il giorno del presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, che, di fatto, ha chiuso i lavori e ha ripreso il concetto lanciato dalla numero uno del movimento under 40 di viale dell’Astronomia, Maria Anghileri: «Ha ragione, l’Italia non può più galleggiare». Un avviso diretto soprattutto all’esecutivo Meloni e a un Paese che «ha rotto il patto generazionale».

Orsini rilancia la necessità di «un piano industriale straordinario per il Paese: servono azioni forti, ma misure semplici, da fare subito, serve un overboost pazzesco». E ritorna sul fatto che si mettano sul tavolo «8 miliardi per i prossimi tre anni». Il numero uno di viale dell’Astronomia non si rivolge solo al governo a trazione FdI, ma a tutti i partiti perché «su alcuni temi, come l’energia, ci deve essere una condivisione su ciò che va fatto». Dopo lo scoppio del conflitto tra Israele e Iran il rischio è che i costi della bolletta salgano: «Bisogna correre più veloci sul nucleare, ma serve la responsabilità sociale di tutti i partiti politici, se il tema si politicizza diventa un problema». Condivisione pure con i sindacati: Orsini guarda al 26 giugno, quando vedrà i leader di Cgil, Cisl e Uil, come all’avvio di un confronto «che manca da anni».


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