Società

Quando l’amore diventa tossico, la guida dell’Università Bicocca per riconoscere i segnali della violenza e proteggersi

Non sempre la violenza si manifesta con segni visibili sul corpo. A volte è silenziosa, insidiosa, fatta di parole, sguardi, pretese e controlli che, giorno dopo giorno, minano la libertà e l’autostima di chi la subisce. La violenza non è solo fisica, sessuale o economica, ma anche psicologica e digitale. Si esprime in molteplici modi, attraverso un crescendo di minacce e pratiche di controllo che generano paura e condizionano profondamente le scelte personali.

Per aiutare le persone a riconoscere i segnali di una relazione potenzialmente pericolosa, l’Università di Milano-Bicocca – attraverso il lavoro del centro di ricerca ADV (Against Domestic Violence) e del network UN.I.RE (Università in rete contro la violenza di genere), guidati dalla professoressa Marina Calloni – ha stilato una lista di punti utili all’autovalutazione del proprio rapporto. Riconoscere in tempo i campanelli d’allarme è il primo passo per proteggersi.

«Molti femminicidi sono avvenuti anche senza previa violenza fisica o sessuale, ma attraverso l’aumento di minacce verbali e pretese di controllo, rafforzate attraverso internet e i social media», spiega Calloni, docente di Filosofia politica e sociale.

Ma come capire se il rapporto che si sta vivendo è sano o tossico? E quando è il momento di chiedere aiuto? È importante sapere che la fine della relazione, purtroppo, non coincide sempre con la fine del rischio.

I 16 segnali di un amore tossico

  1. Quando il rapporto è vissuto come possesso esclusivo: la gelosia diventa ossessiva e viene sempre giustificata.
  2. Quando ti viene richiesta una presenza continua ed esclusiva.
  3. Quando sei oggetto di sospetti costanti, anche immotivati.
  4. Quando ricevi rimproveri frequenti e immotivati.
  5. Quando ti vengono controllate o limitate le amicizie.
  6. Quando sei progressivamente isolata, aumentando la dipendenza emotiva dal partner.
  7. Quando le tue parole vengono travisate per farti sentire in colpa.
  8. Quando il partner controlla i tuoi messaggi, il telefono o i social.
  9. Quando pretende di decidere come ti devi vestire.
  10. Quando ignora i tuoi bisogni e desideri.
  11. Quando fa commenti spiacevoli sul tuo corpo o sul tuo comportamento, anche davanti agli altri.
  12. Quando ti ostacola nello studio o nella carriera.
  13. Quando ti fa sentire confusa con informazioni false, facendoti dubitare della tua memoria, percezione o identità.
  14. Quando comincia a intimidire o a minacciare.
  15. Quando ti umilia con critiche avvilenti, sarcasmo e insulti.
  16. Quando sviluppi ansia, depressione, sintomi da stress post-traumatico o pensieri suicidari.

«L’uomo che ha questi comportamenti è un narcisista patologico», spiega Calloni. «Si sente grandioso, ha bisogno continuo di ammirazione, non prova empatia. Le altre persone sono oggetti da ridurre sotto controllo, da manipolare. Ma non farti ingannare: questo non è amore».

La violenza di genere segue un andamento ciclico: inizia con una tensione crescente, sfocia in un’esplosione (verbale o fisica), prosegue con il pentimento e promesse di cambiamento, oppure con la colpevolizzazione della vittima. Questo ciclo può ripetersi all’infinito, alternando il cosiddetto love bombing (attenzioni e dichiarazioni d’amore) a nuove aggressioni.

La paura è un segnale che non va ignorato. Il pericolo è reale e può aggravarsi. «Rivolgiti a un centro antiviolenza, a servizi sociali specializzati o chiama il 1522, il numero antiviolenza e antistalking attivo 24 ore su 24, gratuito e anonimo», esorta Calloni. «Oppure, rivolgiti alle forze dell’ordine per presentare querela o richiedere protezione».

Quando il pericolo continua anche dopo la rottura

Lasciare un partner violento non è garanzia di salvezza. Spesso, l’ex-compagno non accetta la fine della relazione e reagisce con rabbia, gelosia, minacce. Ecco i segnali che indicano che il rischio persiste:

  1. Quando il tuo ex manifesta ancora gelosia e senso di possesso.
  2. Quando ti pedina o si presenta nei luoghi che frequenti.
  3. Quando cerca informazioni su di te tramite amici o conoscenti.
  4. Quando monitora le tue attività online.
  5. Quando continua a intimidire e minacciare, anche digitalmente.
  6. Quando diffonde false notizie o immagini compromettenti.
  7. Quando sviluppi sintomi come ansia, depressione o sensi di colpa per averlo lasciato.
  8. Quando insiste per vederti con la scusa di chiarire o tornare insieme.

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