Trentino Alto Adige/Suedtirol

Preoccupano le assunzioni in Trentino: a marzo il minimo degli ultimi 4 anni – Cronaca



TRENTO – Le 10.071 nuove assunzioni passate per l’Agenzia del Lavoro di Trento a marzo 2025 sono il minimo da quattro anni a questa parte. E anche considerando il primo trimestre dell’anno si registra un netto rallentamento dei nuovi contratti di lavoro, con una flessione del 3,7 per cento rispetto allo stesso periodo del 2024. Insomma, non sono notizie positive quelle che emergono dalla nota mensile dell’Agenzia del Lavoro che analizza le dinamiche del mercato del lavoro trentino a marzo di quest’anno.

Il caso Pasqua. I diecimila contratti di assunzione sono ben 1.389 unità in meno rispetto a marzo 2024, ovvero un 12,1 per cento in meno. Il dato può in parte essere spiegato con il fatto che nel 2024 la domenica di Pasqua cadeva il 31 marzo, e quindi le assunzioni nel turismo erano partite un mese prima rispetto a quest’anno con il giorno di Pasqua “caduto” il 20 aprile.Record cessazioni.




La motivazione legata alle festività non spiega però del tutto il dato più basso di assunzioni degli ultimi quattro anni. Secondo i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil in Agenzia del Lavoro, Andrea Grosselli, Lorenzo Pomini e Walter Largher si tratta invece di un segnale di progressivo rallentamento delle dinamiche occupazionali. Questa interpretazione è suffragata anche dal fatto che sempre a marzo di quest’anno, con ben 18.558 contratti terminati, rispetto allo stesso mese del periodo 2022-2024 si registra il dato record di cessazioni che determina un saldo occupazionale nel mese pari a -8.487.

Complessivamente nel primo trimestre dell’anno la differenza tra assunzioni e cessazioni è negativa con un dato di -6.862 contratti persi nel periodo, al netto delle stabilizzazioni. Se la tendenza è naturalmente condizionata dalla fine della stagione sciistica con il mese di marzo, il dato preoccupante è che nel 2024 il saldo era sì ancora negativo, ma con proporzioni decisamente meno impattanti visto che si registravano “solo” 3.334 posizioni lavorative in meno, in linea con quelle degli anni precedenti.

Tempi indeterminati piatti. Sulle differenze dei saldi occupazionali tra 2025 e 2024 non si segnala un impatto significativo delle assunzioni a tempo indeterminato che tra nuovi contratti e stabilizzazioni di rapporti a termine restano pressoché stazionarie nel primo trimestre con 5.917 contratti indeterminati lo scorso anno e 5.982 quest’anno (+1,1%).

Riparte la fabbrica. Leggendo nel complesso la nota di Agenzia del lavoro, c’è almeno un dato che torna in segno più dopo mesi e mesi di calo. Stiamo parlando delle assunzioni nell’industria, 897 in totale: a marzo c’è stato un balzo dell’1,9 per cento rispetto al 2024.

Prima di capire se si tratti di un nuovo trend è necessario attendere ancora, visto che prendendo i dati trimestrali 2025 i nuovi contratti attivati nell’industria sono comunque 296 in meno dei primi tre mesi del 2024 (-8,4%).

Il mattone in ripresa. Un miglioramento più forte si vede nel settore edilizia, con un aumento del 26,9 per cento mese su mese e del 2,1 per cento sul trimestre. È anche vero che le costruzioni sono un comparto con forte volatilità.

Nel terziario su base trimestrale a soffrire sono commercio e servizi alle imprese, tutti con assunzioni in calo attorno al 15 per cento. A soffrire terribilmente, però, è il comparto dei pubblici esercizi che lascia per strada 1.440 lavoratori, ben il 34,7 per cento in meno a causa della Pasqua posticipata.

I sindacati. «L’andamento del mercato del lavoro – commentano Grosselli, Pomini e Largher – risente inevitabilmente delle dinamiche economiche e della loro stagionalità. Se l’edilizia sembra mostrare segni di ripresa dopo la crisi del post “superbonus 110”, il manifatturiero ha raggiunto una fase stagnante, quasi che il calo delle assunzioni sia arrivato al suo plateau visto che a marzo, dopo molti mesi, si registra un timido segnale in controtendenza».

«Considerata la grande incertezza che regna rispetto all’andamento dell’economia nei prossimi mesi – concludono i tre sindacalisti – è bene che questi dati continuino ad essere monitorati, confidando che la Giunta provinciale attivi le leve per un rilancio del settore industriale e del terziario avanzato che in questa fase è centrale per sostenere l’occupazione stabile e di qualità». D. B.




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