Ponte Morandi, l’ex dirigente di Spea Nebbia: “Con il lavori degli anni ’90 il ponte era nuovo, pensavamo che i problemi fossero risolti”
Genova. “A novembre 1994 venne consegnato un ponte completamente ristrutturato. Visto che i lavori erano durati 14 anni, le risorse utilizzate erano state illimitate e ai lavori avevano partecipato luminari era impensabile che gli interventi non avessero risolto i problemi”. Lo ha detto Giampaolo Nebbia, ex dirigente Spea, imputato nel processo per il crollo del ponte Morandi nel corso delle spontanee dichiarazioni davanti ai giudici.
“Dopo i lavori degli anni ’90 dai report infatti erano spariti i difetti – ha aggiunto – Inoltre, a ulteriore garanzia delle ottime condizioni e che il viadotto fosse sotto controllo, Aspi installò un impianto di monitoraggio”.
Nebbia, difeso dagli avvocati Massimo Amoroso e Luca Marafioti, ha parlato in aula per diverse ore.. Rispetto alle prove riflettometriche, che la procura e i periti hanno ritenuto insufficienti per capire le reali condizioni del ponte, Nebbia ha spiegato che non le ha mai messe in discussione “perché non era mio compito, non sono uno specialista. Né dovevo mettere in discussione io prove che erano già convalidate prima che io diventassi responsabile di funzione”. E comunque secondo lui “pur con i limiti qualitativi che avevano, erano utili perché potevano far capire dei trend evolutivi”.
Del resto, secondo l’ex dirigente, “le indagini semi distruttive fatte in maniera estesa come sostengono i periti in una struttura come lo strallo sono assolutamente impraticabili, irrealizzabili e pericolose“. Aspi e Spea “fecero questo tipo di prove sul Polcevera a campione ma collegate alla fase di progettazione imminente come era stato nel 1992 e nel 2015”.
Per la procura, l’allora dirigente Spea aveva anche “edulcorato” alcuni report sullo stato del viadotto facendoli riscrivere ai sottoposti. “Non è così. Corressi alcune cose per renderlo in italiano scorrevole e poi feci togliere informazioni che non servivano. Gli stessi pm hanno notato che le informazioni importanti erano rimaste nella versione finale”.