Perugia, dal 2019 più che raddoppiate le famiglie aiutate da Caritas: «Per il 2026 servizi in forse»
di Daniele Bovi
Dal 2019 al 2024 il numero delle famiglie aiutate dalla Caritas diocesana di Perugia è più che raddoppiato, tanto che «non so se riusciremo a garantire tutti i servizi nel 2026». A lanciare l’allarme è stato il direttore della Caritas, don Marco Briziarelli, presentando martedì al Villaggio della carità il rapporto sulle povertà «Intrecci di reti. Reti per includere», arrivato all’edizione numero dieci.
Sforzo enorme Se nel 2024, per quanto riguarda il numero di famiglie aiutate, «per la prima volta non vediamo aumenti a due cifre» (+1,5 per cento) e nel 2025 «c’è una sostanziale stabilità», questo non significa che le cose vadano bene, anzi. «Oggi – ha ricordato il direttore – aiutiamo circa 3.800 famiglie mentre nel 2019 erano 1.600: questo fa diventare tutto più difficile per noi, si tratta di uno sforzo immenso»; uno sforzo «prosciugante» anche a in termini economici.
Fare rete Da qui la necessità di fare rete, come ricorda il titolo del rapporto e come sottolineato anche dall’arcivescovo Ivan Maffeis: «Caritas – ha detto – non pretende di far da sola, crede nel lavoro di rete partendo dalla sussidiarietà e partendo dagli enti pubblici». Ad ascoltare diversi esponenti di Comune e Regione, con i quali il lavoro è già avviato: martedì è infatti in programma un incontro con l’assessore regionale Fabio Barcaioli per parlare del nuovo Piano sociale, mentre il 26 si riunirà il tavolo comunale dedicato al tema delle povertà.
Lo studio Dal rapporto, presentato dall’economista Pierluigi Grasselli e al quale ha lavorato lo statistico Nicola Falocci, emerge «una grande popolazione di poveri che sfiora le 13mila persone; numeri che – ha detto don Briziarelli – ci fanno tremare ma che ci danno anche grande speranza e coraggio nel dare le risposte che servono». Nel corso del 2024, si sono rivolti al Centro di ascolto diocesano 1.832 nuclei familiari, in crescita dell’1,5 per cento rispetto al 2023. Se si estende lo sguardo all’intera rete dei 41 Centri di ascolto parrocchiali, il numero totale dei nuclei aiutati sale a 3.688, pari a oltre 12mila persone, con un incremento dell’11,4 per cento. Un aumento che riflette anche un miglioramento nella capacità di mappatura del territorio, più che una crescita assoluta della povertà, ma che non per questo risulta meno allarmante.
I numeri La composizione dell’utenza conferma la predominanza di cittadini stranieri o con doppia cittadinanza, ma tra i richiedenti aiuto gli italiani restano la singola nazionalità più rappresentata, con un’incidenza del 25,6 per cento e punte del 40 per cento nei servizi di maggiore prossimità. Tra le nazionalità straniere prevalgono Marocco, Nigeria, Perù, Ucraina e Tunisia. Circa il 12 per cento degli utenti ha aperto la propria scheda da oltre dieci anni: si tratta di persone segnate da una condizione di povertà cronica. La distribuzione per età mostra un’incidenza maggiore di giovani tra gli stranieri e di anziani tra gli italiani, con una leggera prevalenza femminile nel complesso (52,2 per cento).
La casa Un dato particolarmente significativo riguarda le modalità abitative: il 35 per cento dei richiedenti vive da solo, e tra questi quasi la metà sono italiani, in molti casi anziani, configurando il fenomeno dei cosiddetti “vulnerabili soli”. L’abitazione in affitto da privati rappresenta la condizione prevalente (48,7 per cento), ma numerosi sono i casi di subaffitto e precarietà abitativa. Si contano inoltre 176 persone in condizione di “povertà estrema”, prive di dimora. Solo nella Diocesi di Perugia, nel 2024, sono state presentate quasi 1.500 richieste di sostegno abitativo, su oltre 3mila per l’intera Umbria.
Educazione e lavoro La povertà intercettata dalla Caritas è anche educativa e occupazionale. Il 48,3 per cento degli utenti ha al massimo la licenza media inferiore, con un basso livello di scolarizzazione che limita fortemente le possibilità occupazionali e rischia di alimentare una trasmissione intergenerazionale della povertà. Sotto il profilo lavorativo, il 48,4 per cento dei richiedenti è disoccupato in cerca di nuova o prima occupazione, mentre gli occupati rappresentano il 19,7 per cento, configurando il fenomeno dei lavoratori poveri. Questi dati confermano le criticità strutturali del sistema scolastico e del mercato del lavoro.
Richieste d’aiuto I bisogni segnalati al Centro di ascolto mostrano un aumento dell’intensità della richiesta di aiuto. Crescono i passaggi medi per ciascun utente, segno di un disagio più radicato ma anche dell’efficacia dei percorsi di accompagnamento all’autonomia attuati dalla Caritas. I bisogni principali riguardano la povertà economica e, con un aumento significativo rispetto al 2023, quelli legati alla condizione abitativa.
Gli interventi Nel 2024 la Caritas ha realizzato quasi 90mila interventi, in crescita del 5,6 per cento. L’offerta si è articolata in beni e servizi materiali (compresi pacchi viveri, accessi agli empori solidali, farmacia solidale), interventi alloggiativi, aumentati del 47 per cento in due anni, e momenti di ascolto. Gli ascolti sono stati circa 13mila a livello diocesano, che diventano 17mila considerando anche i centri parrocchiali. L’attività si è sviluppata attraverso forme diversificate: ascolti iniziali (761), progetti personalizzati (7.383), attività di coinvolgimento (3.300) e orientamento ai servizi territoriali (1.897), con oltre 4.400 ascolti di monitoraggio.
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