Perugia, con l’aumento delle cremazioni cambiano tariffe e tempi per i loculi: le novità
di Daniele Bovi
Offrire opzioni più lunghe e rispondere alla tendenza che vede sempre più persone scegliere la cremazione al posto dell’inumazione. Sono essenzialmente questi i motivi che hanno portato il Comune di Perugia a rimodulare l’offerta relativa ai loculi presenti nei cimiteri cittadini.
Nuove tariffe L’operazione si inserisce nell’ambito delle nuove tariffe cimiteriali per il 2026, approvate nei giorni scorsi dalla giunta. Con la delibera vengono rideterminate diverse voci riguardanti operazioni, servizi e concessioni, aggiornando il quadro definito nel 2022. Le modifiche rispondono a esigenze di adeguamento ai tariffari nazionali, di copertura delle maggiori spese di gestione e, soprattutto, alla volontà di riorganizzare l’offerta delle concessioni alla luce dei cambiamenti nelle scelte dei cittadini.
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I loculi La rimodulazione più rilevante riguarda le concessioni dei loculi. Alla durata trentennale – finora l’unica disponibile – si aggiungono le opzioni di quaranta e cinquant’anni. L’amministrazione spiega questa scelta con la necessità di offrire soluzioni più aderenti alle preferenze dei cittadini e con il calo della domanda di sepoltura tradizionale, legato alla crescita delle cremazioni che ormai, come emerso nei giorni scorsi, rappresentano quasi per cento delle operazioni cimiteriali; un’opzione che molti scelgono anche per questioni legate ai minori costi. Le nuove durate comportano la definizione dei corrispettivi per ciascuna tipologia di loculo, sia nei cimiteri cittadini sia in quelli delle frazioni. Nei loculi trasversali di prima fila dei cimiteri cittadini, ad esempio, il costo della concessione viene fissato a 3.084,15 euro per trent’anni, 4.106,26 euro per quarant’anni e 5.128,38 euro per cinquant’anni. Tutte le restanti tariffe rimangono invariate.
Cosa cambia Sul fronte delle operazioni cimiteriali, l’intervento più significativo riguarda le cremazioni dei non residenti, per le quali vengono applicati aumenti calibrati sui valori del tariffario nazionale. E dunque la cremazione delle salme passa da 495 a 593 euro, mentre quella dei resti mortali non mineralizzati sale da 396 a 474,40 euro. Aumentano anche le tariffe per le parti anatomiche riconoscibili, da 371,25 a 444,75 euro, e per i resti ossei, i feti e i «prodotti abortivi», da 163,35 a 195,69 euro. Restano invece invariate le tariffe per i residenti, pari a 290 euro per la cremazione delle salme e a 232 euro per i resti non mineralizzati.
Le altre Viene inoltre introdotta una tariffa unica per tutte le modalità di destinazione delle ceneri, pari alla tumulazione dell’urna cineraria, fissata a 120 euro. Di conseguenza, la dispersione nel Giardino delle rimembranze passa da 54 a 120 euro, mentre l’inumazione delle urne destinate alla dispersione sale da 100 a 120 euro. Nel capitolo delle operazioni compare anche una nuova tariffa per le ispezioni da effettuare in situazioni che richiedono un intervento immediato per motivi igienico-sanitari, fissata a 400 euro, mentre resta invariato a 90 euro il costo delle ispezioni ordinarie di loculi e sepolcri.
I servizi Per quanto riguarda i servizi cimiteriali, vengono rivisti i diritti legati al trasporto funebre. Il trasporto all’interno del Comune passa da 47 a 60 euro, quello verso altri comuni da 33 a 50 euro, mentre il trasferimento in uscita e rientro per la cremazione sale da 47 a 60 euro. Tra le novità figura l’introduzione della tariffa per il passaporto mortuario, stabilita in 220 euro, necessaria nei casi di trasferimento della salma all’estero. Restano invece immutati i costi relativi allo smaltimento dei rifiuti derivanti da estumulazioni, pari a 52 euro, al canone annuale delle luci votive, fissato a 20 euro più Iva, e all’utilizzo della sala del commiato, pari a 50 euro.
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