Umbria

Perugia, Brt: ritardi nella demolizione dell’ex mercato ortofrutticolo, interviene il Comune 


di Daniele Bovi 

A causa dei ritardi accumulati, sarà il Comune di Perugia a provvedere alla demolizione degli edifici presenti nell’area dell’ex mercato ortofrutticolo in via Settevalli, operazione inizialmente prevista a carico di Polis Fondi immobiliari, la società proprietaria dell’area; una zona, quella dell’ex mercato, da tempo al centro dell’attenzione dato che sarà quella sulla quale Esselunga ha intenzione di costruire il suo primo supermercato in Umbria. La decisione è stata formalizzata da Palazzo dei Priori nelle scorse ore con un atto con il quale quale l’amministrazione ha approvato una variante in corso d’opera per includere l’abbattimento degli edifici ancora esistenti.

La vicenda La demolizione, in particolare, non riguarda tutta l’area dell’ex mercato ortofrutticolo bensì quella che i proprietari si sono impegnati a cedere gratuitamente al Comune per realizzare l’opera. La prima linea del Bus rapid transit che collegherà Castel del Piano a Fontivegge, è finanziata con fondi europei attraverso il Pnrr e ha scadenze stringenti: i lavori devono concludersi entro il 30 giugno 2026, pena la revoca del finanziamento. E così, se mentre in diverse altre zone della città i cantieri sono partiti, in via Settevalli la mancata demolizione dell’area rischia di compromettere il cronoprogramma. Come si legge nella determina, infatti, «il procrastinarsi dell’avvio dei lavori di demolizione compromette il corretto andamento dei lavori e mette a rischio il rispetto dei termini del finanziamento».

BRT, GIUNTA VALUTA IPOTESI DELLA SECONDA LINEA

Accelerazione Per accelerare il più possibile i tempi Palazzo dei Priori ha dato mandato ai propri tecnici di redigere un progetto per la demolizione della zona interessata, con costi che saranno poi rimborsati dai proprietari. La decisione presuppone l’esigenza di dare vita a una variante, resa necessaria da «una sopravvenuta circostanza imprevista e imprevedibile», ovvero il fatto che le aree cedute gratuitamente dalla società non fossero ancora state liberate dagli edifici preesistenti, nonostante l’immissione in possesso fosse avvenuta il 16 ottobre scorso.

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