“Oltre 72 omicidi”: la scia distruttiva della bestia che terrorizzò le Ande

Daniel Barbosa è considerato uno dei serial killer più feroci della storia dell’America Latina. Soprannominato la bestia delle Ande, il colombiano è stato condannato per lo stupro e l’uccisione di 72 donne e ragazzine, ma secondo gli esperti in materia il conto potrebbe essere molto più elevato, fino a raggiungere le 150 vittime. Omicidi violenti e senza rimorsi commessi in due fasi diverse e in due Paesi diversi (Colombia ed Ecuador): nel mezzo gli anni in carcere e una fuga rocambolesca.
Infanzia e adolescenza
Daniel Barbosa nasce il 22 maggio del 1930 ad Anolaima, un paesino sperduto della Colombia. La madre muore quando lui ha poco più di un anno e cresce con il padre, un uomo autoritario e molto freddo nei suoi confronti. Dopo pochi anni il genitore si risposa con Dioselina Fernandez, che già dopo pochi mesi di convivenza inizia a essere violenta, umiliandolo in vari modi. Tra le varie angherie, lo veste da femminuccia e Barbosa a scuola viene preso in giro dai suoi coetanei.
Nonostante le difficoltà a relazionarsi con i compagni, Barbosa si mette in mostra come un bravo studente, tanto da collezionare un QI pari a 116. Tuttavia il suo desiderio di continuare a studiare viene ostacolato dai suoi familiari, che lo costringono ad abbandonare i libri per lavorare e dare una mano economicamente. E qualcosa cambia dentro di lui, irreversibilmente.
I crimini
Daniel Barbosa viene arrestato per la prima volta a Bogotà nel 1958 per un furto minore. Risolto il problema con la giustizia, inizia a frequentare alcune donne, desideroso di mettere su famiglia con una giovane vergine. Un obiettivo che si trasforma progressivamente in un’ossessione. Inizia una relazione con la 28enne Esperanza, che aveva già avuto altre esperienze amorose, e l’accordo prevede che la donna lo aiuti a trovare delle giovani da violentare.
La donna attira queste ragazze in un appartamento con falsi pretesti, per poi drogarle con sonniferi in modo che il compagno possa violentarle. Barbosa stupra cinque donne con questa strategia, senza uccidere. La quinta giovane vittima non si lascia intimidire e, una volta libera, denuncia la coppia. Barbosa ed Esperanza vengono arrestati e incarcerati: l’uomo viene inizialmente condannato a tre anni di carcere per violenza sessuale, ma un giudice – poco convinto del suo pentimento – alza la pena a otto anni. Una decisione che manda il futuro serial killer su tutte le furie. Scontata l’intera pena, nel 1973 viene nuovamente arrestato in Brasile perché privo del permesso di soggiorno.
Barbosa diventa la bestia delle Ande
Tornato in Colombia, Barbosa trova lavoro come venditore ambulante a Barranquilla. Un giorno, mentre passa davanti a una scuola, rapisce una bambina di 9 anni, Elizabeth Telpes. Dopo averla stuprata, la uccide barbaramente: così non può denunciarlo. Ma non riesce a farla franca: viene infatti identificato da una testimone e arrestato il 3 maggio del 1974. Viene condannato prima a 30 e poi a 25 anni di carcere e viene recluso nel carcere dell’isola di Gorgona. Ma non finisce di scontare la pena: Barbosa fugge dal penitenziario nel novembre del 1984 e si rifugia in Ecuador, dove riprende la serie di violenze e uccisioni ai danni di ragazze vergini.
Barbosa inizia il secondo capitolo dei suoi omicidi il 18 dicembre del 1984, stuprando e assassinando una bambina di 9 anni a Quevedo, nella provincia di Los Rios. Il giorno dopo, invece, uccide una bimba di 10 anni. Dal 1984 al 1986 stupra e assassina almeno 54 donne a Guayaquil. Riesce a farla franca poiché la polizia punta spesso il dito contro le gang locali, scartando da subito l’ipotesi serial killer. Il modus operandi è sempre lo stesso: sceglie giovani o giovanissime ragazze indifese e in cerca di aiuto, si presenta come un pastore protestante e offre loro una ricompensa. Poi, in un luogo sicuro, le stupra e poi le uccide, a volte attraverso lo strangolamento e altre volte pugnalandole. Una volta senza vita, le vittime vengono abbandonate nella foresta.
L’arresto e la condanna
Barbosa viene arrestato a Quito il 22 febbraio del 1986 dopo aver assassinato una bambina di 9 anni di nome Elizabeth. Gli agenti trovano nel suo borsone i vestiti insanguinati della vittima e una copia di “Delitto e castigo” di Dostoevskij. Incalzato dagli investigatori, il serial killer confessa di aver ucciso altre 71 ragazze e fornisce le indicazioni del caso per il ritrovamento dei cadaveri. Il tutto senza mostrare il minimo rimorso. Nel 1989 Barbosa viene dichiarato colpevole e viene condannato a 16 anni di carcere, il massimo della pena disponibile in Ecuador all’epoca. Mentre sconta la pena nel carcere Garcia Moreno di Quito, afferma di essersi convertito al cristianesimo.
Nello stesso penitenziario è recluso Pedro Alonso López, soprannominato anche “il mostro delle Ande”, che si ritiene abbia violentato e ucciso fino a 300 ragazze in Colombia, Ecuador e Perù.
La morte
Il 13 novembre del 1994 Barbosa viene pugnalato a morte in prigione da Giovanny Arcesio Noguera Jaramillo, nipote di una delle sue vittime.
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