Marche

no del Pm alla riapertura delle indagini

MACERATA Il 29 ottobre del 2009 il corpo di Claudia Bartolozzi, infermiera corridoniana di 33 anni, venne trovato carbonizzato nella sua auto in contrada Alberotondo, a Macerata. Dalle indagini emerse che la giovane si era suicidata e il fascicolo venne archiviato. Nei mesi scorsi i genitori avevano chiesto la riapertura del caso, ritenendo che si trattasse di un omicidio, ma l’istanza non è stata accolta dalla Procura, secondo cui non ci sono elementi tali per disporre nuovi accertamenti.

 I dettagli

La tesi del suicidio era stata avvalorata da un biglietto lasciato in casa dalla vittima, in cui chiedeva scusa.

Ma l’avvocato Alessandro Caruso Frezza, che assiste la famiglia della 33enne, non ha mai creduto a questa tesi. E la sua battaglia è andata avanti. Lo scorso febbraio il legale ha depositato in Procura a Macerata una nuova richiesta di riapertura delle indagini sulla tragedia. «Alla base della richiesta e a favore dell’ipotesi dell’omicidio volontario – aveva spiegato l’avvocato Caruso Frezza – le nuove perizie grafologiche dirette a provare che il presunto biglietto di addio, trovato il 29 ottobre 2009 a casa di Claudia Bartolozzi, è un falso, e l’assenza in quella scrittura di un qualsivoglia indicatore della sussistenza di uno stato d’animo suicidario. Nell’ambito delle indagini difensive abbiamo anche fornito il nome e il cognome di una persona che, quando ancora nessuno sapeva che Claudia era morta, fu vista sotto casa sua, proprio il 29 ottobre del 2009, agitata e sconvolta».

L’avvocato Caruso Frezza in passato aveva più volte sottolineato un aspetto: «È stata reiterata la fiducia in una perizia grafologica (a detta dello stesso avvocato) errata». Ma non ci sarà nessuna riapertura delle indagini. «Ancora una volta – afferma ora il legale della famiglia – viene attribuito valore assoluto alla perizia calligrafica redatta nel 2009 dalla grafologa all’epoca incaricata dalla Procura, e di contro vengono considerate di nessun valore le ulteriori tre perizie calligrafiche, effettuate da esperti, prodotte dalla difesa, che dimostrano esattamente il contrario: Claudia non vergò di proprio pugno quelle parole. Insisteremo con nuovi elementi di prova. Perché Claudia, per noi, è stata uccisa».




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