Naufragio di Cutro, definitiva la prima condanna per uno degli scafisti
Diventa definitiva la prima condanna per uno degli scafisti imputati per il naufragio di Cutro, la Cassazione respinge il ricorso
CUTRO – Diventa definitiva la prima condanna per uno degli scafisti imputati per il tragico naufragio di Cutro, dove nel febbraio 2023 morirono un centinaio di migranti. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso della difesa di Gun Ufuk, lo scafista turco per il quale viene confermata la condanna a 20 anni di reclusione nel troncone processuale svoltosi col rito abbreviato. Un ricorso che, secondo il sostituto procuratore generale Marco Dall’Olio, andava respinto anche perché «del tutto contrariamente alle risultanze testimoniali, e del tutto contrariamente ad ogni logica» l’imputato afferma che stava dormendo mentre si materializzava un dramma di proporzioni immense.
SENTENZE CONFORMI
Secondo il pg, la ricostruzione accusatoria, avvalorata da due sentenze conformi, non poteva essere messa in discussione dall’assoluzione in primo grado di tre coimputati del rito ordinario per una delle accuse, quella di disastro colposo. «A differenza di quanto sostiene la difesa ricorrente, e così come riferito da tutti o quasi i testimoni, Ufuk non solo non era un semplice meccanico, ma era uno degli skipper del viaggio», scrive il pg nella sua memoria. In Cassazione la difesa di Ufuk era stata assunta dall’avvocato Giancarlo Liberati.
L’ACCUSA
L’uomo, secondo l’accusa, avrebbe curato il trasbordo dalla prima alla seconda imbarcazione. Dalla Luxury 2, che ebbe un’avaria al motore, al caicco Summer Love, affondato dopo l’urto contro la maledetta secca a cento metri dalla spiaggia di Steccato. Il magistrato rileva, nella sua requisitoria, che Ufuk, secondo alcuni migranti, è stato accanto all’altro skipper, poi deceduto, anche al momento del naufragio. A lui gli investigatori della Squadra Mobile della Questura e quelli della Sezione operativa navale della Guardia di finanza di Crotone risalirono grazie a un documento strappato con la sua foto rinvenuto tra i cespugli, poco distante dal luogo del naufragio.
I COIMPUTATI
Ufuk non è l’unico imputato che ha scelto il rito abbreviato fra quanti sono accusati di aver provocato l’affondamento del caicco. Vent’anni sono stati inflitti anche al siriano Mohamed Abdessalem, presunto timoniere dell’imbarcazione, rintracciato successivamente. Ufuk e Abdessalem si aggiungono ad altri tre imputati che erano stati fermati nell’immediatezza. Il turco, Sami Fuat, ritenuto il capitano, e due facilitatori pakistani, Khalid Arslan, e Ishaq Hassnan (dichiaratosi inizialmente minorenne ma poi smascherato), condannati a pene da 11 a 16 anni nel processo col rito ordinario celebratosi dinanzi al Tribunale penale di Crotone.
LE VITTIME
I supremi giudici hanno anche condannato l’imputato a risarcire le parti offese nonché Regione Calabria e Ministero per le statuizioni civili. In Cassazione hanno discusso, per i familiari delle vittime, gli avvocati Salvatore Rossi, Gianfranco D’Ettoris, Roberto Stricagnoli, e, per la Regione Calabria, l’avvocato Massimiliano Manna. Intanto, prosegue l’udienza preliminare per sei ufficiali imputati di omessi soccorsi. La decisione del gup di Crotone è prevista fra un mese.
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