Piemonte

Morto il “solista del Kalashnikov” Pancrazio Chiruzzi, bandito della “mala” torinese

È morto la scorsa notte, all’età di 72 anni, Pancrazio Chiruzzi, conosciuto come il “solista del Kalashnikov”, figura storica della vecchia malavita torinese. Nell’ambiente era ritenuto “il maestro di tutti i rapinatori italiani”, appellativo che gli venne attribuito da un ex capo della squadra mobile della questura subalpina. Chiruzzi era affetto da una grave forma di polmonite e da un paio di settimane era ricoverato in un ospedale,

Originario della provincia di Matera, si trasferì in Piemonte verso la metà degli anni ’60. Il suo curriculum di rapinatore, secondo le diverse biografie che gli sono state dedicate, cominciò nel 1971. Fu arrestato undici volte e riportò condanne per oltre 30 anni di reclusione complessivi. Tornò definitivamente a piede libero nel 2012, quando era assistito dall’avvocato Mauro Molinengo, il quale, con procedimento chiamato ‘incidente di esecuzione’, risolse i complicati calcoli sull’ammontare del residuo di pena da scontare. “Era un personaggio – dice ora il legale – di quelli che oggi non esistono più. Era un rapinatore, certo, ma non era un violento. E nei rapporti personali era un vero signore”. Chiruzzi preparava i suoi colpi in Italia e in altri Paesi europei (banche, uffici postali, treni furgoni blindati erano i suoi obiettivi) con una meticolosità che lo aveva reso celebre e che era praticamente diventata la sua firma.

Aveva il gusto della battuta: quando fu catturato per una rapina all’estero disse “con tutti gli italiani che portano i soldi in Svizzera prendetevi che sono quello che le riporta in Italia”. Lo scorso anno la sua storia è stata raccontata in un podcast con il rapper J-Ax.


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