Trentino Alto Adige/Suedtirol

Mobilità a zero emissioni, accelerare la transizione – Cronaca



C’è poco da girarci intorno. Il problema, per la sua gran parte, sappiamo dove si annida: nella mobilità. Andare avanti e indietro per valli e città, giorno e notte vuol dire farlo, ancora oggi, soprattutto in auto.

Un dato: il 50% delle emissioni inquinanti viene dalle emissioni fossili e queste riguardano per la gran parte il movimento dei mezzi. Pochi pubblici e tanti privati. A tal punto che sono le stesse imprese a darsi da fare, consapevoli che se c’è da programmare un investimento logistico, è anche conveniente farlo puntando su chi garantisce un futuro più sostenibile.

Per dirne una: il gruppo Santini che sa quale fatica comporta – ma quanti benefici – riciclare virtuosamente gli scarti di ogni tipo, ha deciso di dotarsi di un parco veicoli a emissioni quasi zero. Quasi, perché si attende che l’elettrico possa spingere quelli molto massicci che servono in questo lavoro. E l’attesa pare ben riposta perchè è l’Eurac, tra gli altri istituti di ricerca a puntare la sua lente proprio sullo studio di tecnologie in grado di accelerare la transizione. Lo spiega chi sta in prima linea su questo fronte.

«La strada più immediata per affrontare il problema – dice Wolfram Sparber – sta nell’individuare le tecnologie più pratiche e funzionali». Pur tenendo conto delle altre tipologie di emissioni dovute alla presenza umana. Sparber dirige l’Istituto per le energie rinnovabili che si annida nell’Accademia europea, la quale a sua volta è il fortino che presidia la prima linea delle possibili speranze per contrastare l’inquinamento.

Dunque la scelta dell’Alto Adige di dedicare il suo terzo Forum su economia e sostenibilità alla “green mobility” e alle sue soluzioni presenti e future, trova riscontro nell’approccio sistemico che i centri di ricerca anche altoatesini stanno dedicando proprio a questo settore specifico. Giudicando strategica una attenzione particolare su trasporti, pendolarismo, movimenti interni ed esterni ai centri urbani, uso del trasporto pubblico e relativa, e necessaria, infrastrutturazione. Certo, ci sono ancora delle perplessità intorno all’elettrico e altra trazioni alternative ai motori tradizionali. Legate allo stato della ricerca, ai costi, alla flessibilità o meno del loro uso, alla lentezza delle ricariche.

«C’è chi sostiene che si sta andando avanti lentamente – osserva Sparber – e invece no, perché siamo già avanti. E siamo sempre più convinti – aggiunge – che il futuro della mobilità sia strettamente integrato al più grande ambito della transizione. Sia energetica che ambientale».

È sempre più plausibile, in sostanza, che siano le stesse evidenze scientifiche a porre l’attenzione sui trasporti, sui movimenti di persone e mezzi, quale snodo strategico verso la transizione che abbracci ogni altro ambito, esistenziale o produttivo che sia. Ed è proprio puntando sulle interlocuzioni tra specialisti e manager d’azienda che si svilupperà il confronto nel prossimo Forum dell’Alto Adige dal titolo «Green mobility, innovazione e soluzioni verso il futuro», in programma domani mercoledì 19 marzo alle 18 nella sede dell’Alto Adige in via Volta 10.

Tra chi studia soluzioni e chi, invece, sta già applicando quelle sul terreno tra imprese, istituti bancari, aziende energetiche e start up. L’altro aspetto del Forum è la volontà di proporlo il più possibile aperto e dunque non limitato a chi opera nel settore. Per questo l’ingresso sarà libero e ogni cittadino o lettore dell’Alto Adige potrà farlo registrandosi per tempo all’e-mail del giornale: eventi@giornale-altoadige.it




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