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Mesotelioma maligno, che cosa rende così aggressivo il raro tumore causato dall’esposizione all’amianto

L’ultimo caso di mesotelioma fatale è stato quello di Franco Di Mare, scomparso a 68 anni. Il giornalista, ospite di Fabio Fazio, aveva reso pubblico a Che tempo che fa di esserne malato: «Ho un tumore incurabile, mi resta poco da vivere. Però non mollo. Questo tubicino che mi corre sul viso è legato a un respiratore automatico e mi permette di respirare in modo forzato, ma mi permette anche di essere qui. Mi sono preso il mesotelioma, un tumore molto cattivo, legato alla presenza di amianto nell’aria», aveva spiegato l’ex inviato di guerra della Rai, che con la sua apparizione in video aveva commosso tutta l’Italia.

«Da inviato di guerra sono stato a lungo nei Balcani, tra proiettili all’uranio impoverito, iper-veloci, iper-distruttivi, capaci di buttare giù un edificio», aveva anche rivelato in un’intervista al Corriere della Sera. «Ogni esplosione liberava nell’aria infinite particelle di amianto. Ne bastava una. Seimila volte più leggera di un capello. Magari l’ho incontrata proprio a Sarajevo, nel luglio del 1992, la mia prima missione. O all’ultima, nel 2000, chissà. Non potevo saperlo, ma avevo respirato la morte. Il periodo di incubazione può durare anche 30 anni. Eccoci».

Che cos’è il mesotelioma

Come spiega dettagliatamente il sito italiano di AIRC, l’Associazione Italiana per la Ricerca contro i Tumori, il mesotelioma è un tumore raro che colpisce prevalentemente gli uomini. In Italia rappresenta lo 0,8 per cento di tutti i tumori diagnosticati nell’uomo e lo 0,3 per cento di quelli diagnosticati nelle donne.
Nasce dalle cellule del mesotelio, ovvero le membrane che rivestono gli organi interni. A seconda dell’area che ricopre, il mesotelio può avere nomi diversi: corrisponde alla pleura nel torace, al peritoneo nell’addome, al pericardio nello spazio attorno al cuore e alla tunica vaginale nella zona attorno ai testicoli.

I sintomi del mesotelioma

I primi sintomi sono in genere respiratori: fiato corto (dispnea) e tosse, spesso dovuti all’accumulo di liquido nella cavità pleurica. Altri possibili segnali sono il dolore nella parte bassa della schiena o a un lato del torace e sintomi più aspecifici, come debolezza muscolare e perdita di peso.
Dolore addominale, perdita di peso, nausea e vomito sono, invece, i sintomi più comuni in caso di mesotelioma peritoneale.

Che cosa causa questo raro tumore

Come aveva precisato lo stesso Franco Di Mare, il 90 per cento dei mesoteliomi è dovuto all’esposizione ad amianto, le cui fibre sono oltre mille volte più sottili di un capello umano e possono essere inalate, danneggiando le cellule e depositandosi nei polmoni.

Nella maggior parte dei casi di mesotelioma, la neoplasia riguarda persone che sono entrate in contatto con l’amianto sul posto di lavoro, il che la rende sostanzialmente una malattia da esposizione professionale. Tuttavia anche l’esposizione non professionale, per esempio quella ambientale, può aumentare il rischio di mesotelioma.

La lavorazione e l’utilizzo dell’amianto in Italia sono vietati dal 1992, come si legge anche sul sito di AIRC. La legge obbliga infatti a verificarne la presenza negli edifici pubblici, come le scuole, regolando le modalità di smaltimento di tali materiali pericolosi, che deve essere affidata a tecnici specializzati.

Altre possibili cause meno comuni per il mesotelioma sono l’esposizione alle radiazioni ionizzanti o al diossido di torio (utilizzato in passato come mezzo di contrasto per le immagini radiografiche). Esistono infine rari casi di predisposizione familiare legate a mutazioni del gene BAP1.

Un lungo periodo di latenza

Tra l’esposizione all’amianto e l’eventuale insorgenza del mesotelioma c’è un cosiddetto periodo di latenza molto lungo, che può estendersi fino a 50 anni. Ragione per cui, considerato che in Italia l’amianto è stato utilizzato soprattutto negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso, è possibile che il numero di diagnosi nel nostro Paese raggiunga il picco proprio tra questo decennio e il prossimo. Naturalmente, il rischio cresce proporzionalmente all’aumento della durata dell’esposizione e della quantità di fibre di amianto inalata.

Lo screening «impossibile» e i trattamenti

A oggi, purtroppo, non esistono ancora esami abbastanza sensibili e specifici da consentire una diagnosi precoce del mesotelioma in una persona che non presenta sintomi.

Anche nel caso di questo tumore, quindi, più basso è lo stadio e migliori sono le probabilità di successo del trattamento. Considerato però che la diagnosi di questo tumore arriva appunto quando la malattia ha già superato gli stadi iniziali ed è ormai difficile da trattare, a distanza di 5 anni dalla diagnosi sopravvive a oggi solo l’8 per cento degli uomini e il 10 per cento delle donne.

Il trattamento di prassi per il mesotelioma consiste nella chemioterapia. I farmaci più efficaci sono i derivati del platino, come il cisplatino, e gli antifolati, come il pemetrexed, spesso usati in associazione.

Da alcuni anni sono però in corso diverse sperimentazioni terapeutiche anche con farmaci biologici e con l’immunoterapia. La ricerca più recente, come specificato sul sito mesotelioma-pleurico.it – dedicato agli aggiornamenti sul campo scientifico – sta sperimentando anche altri trattamenti abbinati alle opzioni tradizionali, tra cui la terapia vaccinale, la terapia fotodinamica, la terapia genica, la terapia epigenetica, i farmaci antigiogenici, la crioterapia, la viroterapia, la terapia multimodale. Si tratta di terapie recenti non sempre applicabili e in ogni caso da valutare insieme all’oncologo di riferimento e al team multidisciplinare che lo coadiuva.


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