Marcia per Gaza: anche attivisti trentini bloccati in aeroporto al Cairo – Cronaca
TRENTO – Ci sono anche nove trentini fra gli attivisti bloccati in aeroporto al Cairo dalle autorità egiziane, si tratta di partecipanti alla Global March for Gaza (fra i quali numerosi italiani), l’iniziativa internazionale per facilitare l’ingresso degli aiuti umanitari alla popolazione della Striscia che vive sotto l’assedio israeliano.
Il progetto iniziale prevedeva una marcia verso il valico di Rafah, con arrivo programmato il 15 giugno, ma ora la situazione è purtroppo molto complicata dato il comportamento delle autorità locali.
Secondo le informazioni raccolte dall’Adige, alle 13.30 di oggi, 12 giugno, i nove trentini ora sono assistiti dalle autorità consolari italiane. Le loro condizioni sono buone, ma l’intenzione delle autorità egiziane è quella di procedere con il rimpatrio (nella foto, alcuni di loro al momento della partenza da Trento).
In sostanza, la polizia doganale ha dapprima impedito agli attivisti di raggiungere i punti di ritrovo per la partenza della marcia internazionale per Gaza, poi ha avviato procedure per l’espulsione.
“Li fermano – spiega una fonte del movimento Global March to Gaza Italia – e sottopongono loro un documento da firmare. Alcuni hanno già preso la via del ritorno in Italia, altri hanno deciso di restare. È tutto molto diverso da quanto ci era stato preannunciato. E comunque non risulta che l’Egitto abbia dichiarato la marcia illegale”.
Il movimento denuncia che l’ambasciata italiana in Egitto non ha permesso l’invio alla Farnesina di una lista completa delle persone che intendevano partire.
Persone che ora si scontrano con l’ostracismo dell’Egitto che sostanzialmente sta impedendo lo svolgimento della marcia pacifica.
Le autorità egiziane hanno creato una cellula di crisi all’aeroporto internazionale del Cairo “per monitorare l’afflusso di decine di attivisti internazionali in arrivo in Egitto, per esaminarne i visti, autorizzando l’ingresso ad alcune decine di loro e il rimpatrio di altri”, hanno riferito all’Ansa tre fonti informate all’aeroporto del Cairo. È stato stabilito un coordinamento con il ministero degli Esteri e le compagnie aeree per verificare i visti dei passeggeri in arrivo, affermano ancora le fonti.
Giovedì mattina – secondo quanto si apprende – 73 attivisti di varie nazionalità sono stati già imbarcati per il rimpatrio su un volo diretto all’aeroporto Sabiha di Istanbul. Le stesse fonti hanno aggiunto che “più di cento altri attivisti sono stati fermati per aver violato le procedure di ingresso nel Paese e per non aver ottenuto l’autorizzazione preventiva dalle autorità egiziane competenti in merito alla loro visita. Sono quindi stati deportati su diversi voli in uscita dal Paese”.
L’iniziativa di solidarietà con Gaza coinvolge migliaia di attivisti, medici, artisti e cittadini provenienti da 54 Paesi, che si sono dati appuntamento oggi, 12 giugno, al Cairo, allo scopo di marciare pacificamente fino al valico di Rafah. Un modo per contestare in forma nonviolenta il blocco totale imposto da Israele su tutti gli aiuti umanitari, che da oltre tre mesi sono tenuti fermi alla frontiera. “Chiediamo alla Farnesina e all’ambasciata italiana al Cairo di offrire ai manifestanti assistenza in caso di arresto, espulsione o problemi legali, e aiuto in situazioni di emergenza”, ha detto il parlamentare Marco Grimaldi di Alleanza Verdi Sinistra.
Il ministro degli esteri, Antonio Tajani, stamattina ha annunciato: “C’è un funzionario e un team del consolato per assistere tutti gli italiani che sono là e per interloquire con le autorità locali. Stiamo seguendo minuto per minuto con la nostra ambasciata e il nostro consolato la situazione.