Società

Malati oncologici, via libera definitivo alla legge salva-lavoro: congedo non retribuito fino a 24 mesi

Con il voto definitivo dell’8 luglio al Senato è diventato legge il disegno 1430 che amplia le tutele per i lavoratori pubblici i privati dipendenti con tumore o con patologie croniche e invalidanti. Il congedo non retribuito – per coloro cui sia stata riconosciuta un’invalidità di almeno il 74% – passa così da un massimo di 6 mesi a 24 mesi complessivi, continuativi o frazionati. Sono periodi durante i quali il lavoratore mantiene il diritto al posto ma senza retribuzione né contributi. Queste assenze non sono computate nell’anzianità di servizio né ai fini previdenziali, anche se c’è la possibilità di riscattarle con contributi volontari.

Dal 2026 verranno inoltre introdotte 10 ore aggiuntive annue di permessi retribuiti per terapie, visite, esami strumentali, analisi e «cure mediche frequenti», con anticipo da parte del datore nel caso dei privati e indennità Inps. Al termine del congedo, i lavoratori avranno priorità nell’ottenere il lavoro agile o smart working, ma solo se compatibile con le mansioni. Queste ulteriori dieci ore di permesso sono riconosciute anche ai lavoratori dipendenti che abbiano figli minorenni con malattie oncologiche, in fase attiva o di follow-up precoce, o che siano malati rari o cronici (con la medesima soglia del 74% di invalidità).

La legge stanzia inoltre due milioni di euro l’anno dal 2026 per premi di laurea in discipline sanitarie in memoria dei malati oncologici. Nel complesso, per la nuova regolamentazione sulle dieci ore aggiuntive il provvedimento stima invece risorse fra 20,9 milioni del 2026 ai 25,2 per il 2035. La norma si applica sia ai dipendenti pubblici e privati sia agli autonomi, per i quali è tuttavia semplicemente prevista la possibilità di sospendere l’attività fino a 300 giorni per lo stesso committente in un anno. Poca cosa.

Molti, infatti, sono i punti critici: per le opposizioni, che dettero il via al ddl nella passata legislatura in un percorso che si lega anche al provvedimento legato all’oblio oncologico, la legge è senz’altro un primo passo ma mantiene ancora diverse problematiche. Uno dei punti è che non si possono svolgere altre attività lavorative nei due anni di congedo non retribuito, che lascia dunque il lavoratore senza alcuna fonte di reddito né possibilità di impegnarsi magari in attività più leggere o saltuarie per trovare un minimo di ristoro economico.

«Prevedere una remunerazione, aumentare le ore di permesso in più l’anno concesse dalla legge per visite ed esami che oggi sono davvero limitatissime, consentire di svolgere un’altra attività extra-lavoro, introdurre l’obbligo – peraltro a costo zero – in capo al datore di lavoro di comunicare entro 30 giorni al diretto interessato l’imminente esaurimento del periodo di comporto», spiega con efficacia Elisabetta Iannelli, segretaria della Federazione delle associazioni di volontariato in oncologia: «sono queste le indicazioni che ci saremmo aspettati fossero incluse nella nuova legge e che inevitabilmente escono depotenziate dall’inserimento negli ordini del giorno che impegnano il Governo a proseguire nell’attuazione dei diritti di questi lavoratori con malattia».


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