L’orrore dell’aereo diretto a Londra e precipitato sulle case in India: oltre 300 morti
Spaventoso incidente di un Boeing 787-8 Dreamliner con 242 persone a bordo che si si è schiantato in una zona residenziale dopo il decollo dallo scalo internazionale di Ahmedabad
L’orrore, la strage e almeno un miracolo. Sono gli elementi attorno a cui ruota la spaventosa sciagura aerea consumatasi in India, dove un Boeing 787-8 Dreamliner diretto a Londra Gatwick con 242 persone a bordo si è schiantato in una zona residenziale poco dopo il decollo dallo scalo internazionale di Ahmedabad: uccidendo tutti gli occupanti tranne uno e facendo decine di vittime anche a terra, fino a 310 morti totali secondo Sky New Uk.
L’incidente – l’ultimo di una catena maledetta per il colosso americano dell’aeronautica, ma il primo mortale di un Dreamliner, orgoglio della flotta dei moderni velivoli a lunga percorrenza che dal 2011 in poi hanno sostituito i gloriosi Jumbo 747 – è avvenuto a metà giornata.
Il decollo
Il gigante dei cieli dell’Air India, contrassegnato dal codice AI171, è decollato in condizioni meteo apparentemente buone da Ahmedabad, la città più popolosa – con i suoi 3 milioni e mezzo di abitanti – dello Stato federato del Gujarat, affacciato sul Mar Arabico, sulla costa centro-occidentale del Subcontinente. Al suo interno c’erano 230 passeggeri (169 cittadini indiani, 53 britannici, 7 portoghesi e un canadese, secondo la lista degli imbarchi), nonché 10 assistenti di cabina e a 2 piloti esperti, entrambi con oltre 9.000 ore di volo. Ha tuttavia interrotto le comunicazioni con la torre di controllo quasi subito, dopo il mayday, mentre i radar lo indicavano a soli 623 piedi di altitudine, meno di 200 metri.
Un video amatoriale ha documentato i secondi di terrore che hanno preceduto la fine: il 787 non è riuscito a prendere quota, come se non avesse sufficiente velocità, e neppure a ritrarre il carrello; ha quindi puntato il muso verso l’alto, ma continuando a volare basso fra gli edifici, prima di finire in stallo e precipitare al suolo scomparendo in una palla di fuoco e fumo.
L’impatto ha coinvolto il dormitorio di un college medico di giovani specializzandi, fra i cui residenti si contano diverse decine di feriti e 5 dispersi.
La polizia locale ha inizialmente escluso sopravvissuti a bordo del Boeing, oltre ad accreditare un numero imprecisato di vittime fra le persone che si trovavano a terra. Ma in seguito ha confermato il ritrovamento da parte dei soccorritori – prodigatisi in uno scenario infernale di fiamme e detriti, assieme a volontari e gente comune – di almeno un passeggero superstite fra i resti della carlinga (la cui coda non si è disintegrata). Si tratta del 40enne Vishwash Kumar Ramesh, cittadino britannico d’origini indiane, che era in viaggio con suo fratello e occupava il posto 11A, vicino a una provvidenziale uscita d’emergenza. L’uomo, ferito ma in grado di camminare, è stato portato in condizioni accettabili in ospedale, dove è riuscito a raccontare lo shock d’essersi ritrovato circondato di cadaveri e ha potuto persino telefonare ai familiari a Londra.
Le indagini
Un unico raggio di buona sorte in una vicenda per il resto tragica. Vicenda per far piena luce sulla quale occorrerà ovviamente attendere il tempo necessario. A dipanare il complesso filo delle indagini tecniche saranno – accanto agli investigatori e agli organi di governo locali – gli specialisti delle strutture ispettive chiamate a occuparsi d’incidenti aerei per conto delle autorità dell’aviazione civile d’India e Gran Bretagna, i due Paesi più colpiti dal disastro. Oltre ai tecnici della Boeing, crollata frattanto in Borsa.
Da Londra è già stata annunciata la partenza di un team che collaborerà a esaminare i dati della scatola nera, i reperti e le stesse immagini video dello schianto. I media dal canto loro già si soffermano su quello che qualcuno chiama «il mistero» del mancato rientro del carello e ipotizzano fra le cause un possibile decollo prematuro: riconducibile sulla carta sia a errori umani, sia a problemi di strumentazione. Non senza evocare qua e là la teoria di un guasto ai due motori o di una perdita di potenza, o ancora citare piloti stando ai quali i flap delle ali sarebbero rimasti fuori posizione.
L’angoscia
L’angoscia domina nel frattempo sia la città del Gujarat, sia lo scalo londinese di Gatwick, dove il volo AI171 non è mai atterrato. Mentre il primo ministro indiano Narendra Modi promette «il massimo sforzo» per accertare la verità su una catastrofe «che spezza il cuore al di là di ogni parola»; il britannico Keir Starmer chiede conto delle «scene devastanti» viste oggi; e i leader di tutto mondo – inclusa Giorgia Meloni – trasmettono messaggi di cordoglio e solidarietà. Messaggi che re Carlo III e la regina Camilla, sovrani del Regno Unito legati da profonde relazioni con l’India, riecheggiano in toni mai così emotivi dicendosi «disperatamente scioccati». E offrendo «speciali preghiere» per le vittime e le loro famiglie, «di ogni nazionalità».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA