Linda Lindas – No Obligation: La teen-girl-band tra rabbia punk e ganci pop :: Le Recensioni di OndaRock
Chi abbia intercettato le Linda Lindas distrattamente fermandosi al primo videoclip visto per caso potrebbe aver sospettato di trovarsi al cospetto di una curiosa trovata teen al femminile priva di sostanza, impressione smentita da un album di debutto apprezzato da buona parte di pubblico e critica, nonché da illustri musicisti. Il problema, al solito, è quello mantenere le attese attraverso un seguito riuscito, cosa non scontata dati gli svariati esempi di band sgonfiate già al secondo album.
Fortunatamente non è questo il caso: in “No Obligation” le ragazze partono in quarta pestando duro sull’onda di tornado chitarristici, ritmi indiavolati e voce strepitante nella traccia omonima in apertura, per poi però rimangiarsi tutto subito dopo con il passaggio mainstrindie della successiva “All In My Head”, dotata di un refrain perfetto per le nuove generazioni di ascoltatori, ma che forse farà storcere il naso ai più attempati rocker duri e puri.
Questi primi due brani iniziali esemplificano i due lati “estremi” della band, con da un lato la versione rabbiosa e punk e dall’altra quella dai ganci melodici ammiccanti quando non radiofonici; in altri casi, le Linda Lindas optano per una saggia via di mezzo pescando dai suoni di fine 70 con frammenti di disco-punk à-la Blondie (“Lose Yourself”) o innervando il sound attraverso riff serrati di scuola Cars (“Too Many Things”, “Cartographers”), ma nel complesso il fantasma di band come Runaways e The Go-Go’s è difficile da allontanare.
Ci provano senza grandi risultati cercando soluzioni diverse e scivolando malamente sul (quantomeno evitabile) valzer latino di “Yo Me Estreso”, mentre fanno decisamente meglio all’interno della loro comfort zone dove aggiornano la freschezza melodica dei girl-group anni 60 all’evo indie-rock in una “Don’t Think” degna delle Breeders.
L’album scorre veloce in un godibile saliscendi elettrico-melodico e nella seconda parte esplodono la bomba garage-punk (“Resolution”) e la dinamite hardcore (“Excuse Me”), deflagrazioni che riescono solo in parte a destabilizzare l’intelaiatura pop di un album meno aggressivo e più radio-friendly del predecessore.
Svanito l’effetto sorpresa ma con sufficiente urgenza creativa, le Linda Lindas proseguono coerenti il loro cammino, agganciate agli stessi immancabili riferimenti e senza troppe rivoluzioni, confezionando un sophomore che conferma un talento da valutare nel tempo, in attesa di una possibile evoluzione rispetto a una formula ormai ampiamente collaudata.
17/05/2025