Toscana

Lasci un segno della nostra storia


Entusiasmo per il nuovo destino dell’area Lebole, ma anche una richiesta, che la storia di quel luogo e delle donne protagoniste non venga dimenticata. Sono proprio loro, le ex Leboline a prendere carta e penna e scrivere una lettera aperta a Patrizio Bertelli, da ieri 29 luglio, a tutti gli effetti nuovo proprietario dell’area ex Lebole, grazie al perfezionamento dell’accordo che c’era stato con la famiglia Carrara. Di fronte al notaio Cirianni di Arezzo è avvenuta la firma, apposta dall’avvocato Gatteschi, delegato dal patron di Prada. 

Le lettera aperta delle ex Leboline

“Gent.mo dottor Bertelli, siamo un gruppo di ex operaie della Lebole e abbiamo letto con piacere la sua decisione di acquisire l’area di via Ferraris e di porre quindi fine al suo degrado. In quei capannoni abbandonati da oltre 20 anni, noi abbiamo trascorso la fase più importante della nostra vita. Abbiamo iniziato con entusiasmo e speranza, abbiamo concluso con delusione e rammarico. Indipendentemente dalle nostre esperienze personali, la Lebole ha rappresentato uno dei cardini dello sviluppo industriale di Arezzo e il luogo principale dell’avvio al lavoro di migliaia di ragazze. L’area di via Ferraris è quindi un luogo della memoria della storia di Arezzo e, particolare, delle sue donne. Ci permettiamo di sottoporre alla sua attenzione una piccola richiesta e cioè che nella futura area Lebole rimanga un segno di questa storia. Lasciamo a lei il compito di immaginare quale questo possa essere e noi vorremmo soltanto che Arezzo non dimenticasse. La storia corre oggi veloce e le persone dimenticano rapidamente. La nostra non è nostalgia ma l’idea di una comunità coesa che sa da dove viene, cosa hanno fatto le nonne e le bisnonne, i nonni e i bisnonni, quali sono stati i risultati positivi ma anche gli errori. La ringraziamo per l’attenzione che vorrà dedicare a questa nostra richiesta”.

La storia delle Leboline


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