La verità di Paparesta: “Moggi non mi chiuse mai nello spogliatoio, ma se ne vantava con una donna” – Calcio
Sono trascorsi 21 anni da uno degli episodi più famosi e controversi di Calciopoli. Reggina-Juventus e due protagonisti, l’arbitro Paparesta e Luciano Moggi, dg bianconero. Le ricostruzioni di quella giornata, poi venute a galla in alcune intercettazioni, convergevano su un punto clamoroso: Moggi avrebbe rinchiuso nello spogliatoio l’arbitro barese a seguito di alcuni episodi di campo che avevano scatenato polemiche da parte degli juventini. Tutto falso, a sentire oggi Paparesta.
Il podcast
Intervenuto nel podcast DoppioPasso, Paparesta ha raccontato la verità su quella giornata: “Vallo a spiegare che Moggi ha ricevuto la telefonata di una donna e per fare il gradasso dice una cosa del genere. È una cosa fastidiosa, anche per il prosieguo della carriera. Ho parlato con Moggi, gli ho detto che mi ha rovinato la carriera, ma che vuoi fare. Era una cosa talmente clamorosa che è stata ripresa in tutto il mondo. Non c’è stato nessun capo d’accusa per quel tipo di azione perché non c’è stata, ma ormai era entrato nell’immaginario collettivo. L’episodio di Reggio Calabria purtroppo ha caratterizzato la mia carriera che si è fermata su quella vicenda. Scoppia lo scandalo di Calciopoli, la partita era stata fatta due anni prima, viene fuori questa notizia nell’indagine che un arbitro è stato vittima di sequestro di persona durante una partita. Io ero tra quelli con più autorevolezza nel gruppo ero curioso di capire chi fosse, parlavo con gli altri, ma dopo un paio di giorni venne fuori che quella partita era Reggina-Juventus e che quell’arbitro ero io. Per me era una cosa nuova, non era successa”.
I fatti reali
Dopo la partita Moggi era andato a protestare negli spogliatoi, ma in termini completamente diversi da quelli poi passati alla storia. “Non c’era il VAR” racconta Paparesta, “annullo il gol e fischio la fine, la Juve perde e lì è venuto fuori il caos perché nello spogliatoio vennero davvero Moggi e Giraudo a lamentarsi. ‘È una vergogna ogni volta che arbitri tu’, però è successo anche altre volte, cerchi di gestirla”. Solo dalle indagini di Calciopoli l’arbitro barese scoprì della bufala raccontata da Moggi in una telefonata con una donna: “Fatto sta che poi ho scoperto dalle indagini dopo due anni che il telefono di Moggi era intercettato. Ha ricevuto una telefonata in aeroporto quando stavano ripartendo di una donna a lui vicina che gli dice ‘Tu dici che conosci gli arbitri e comandi tutto, ma questo qui oggi non ti ha dato il rigore’. Lui dice ‘Sì hai ragione ma oggi mi sono vendicato, l’ho chiuso negli spogliatoi, hanno dovuto sfondare la porta, ho buttato le chiavi’ cosa completamente falsa, c’è l’intercettazione quindi lo ha detto davvero. Io sono stato chiamato dai carabinieri perché la tesi che avrebbe portato all’arresto era quella del sequestro, ma non c’era mai stato”.
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