La tua storia”, il brano di Peppo per Cesare Zambon: “Era un esempio di come va vissuta la vita
Genova. Un inno all’amicizia, alla vita, con il ricordo che rimane per sempre indelebile. È fuori “La tua storia”, il nuovo brano del giovane artista genovese Pietro Fasce, in arte Peppo, dedicato alla storia di Cesare Zambon, il bambino di sei anni venuto a mancare un mese fa a causa dalla rara patologia della neurofibromatosi. La madre Valentina Mastroianni, con il suo profilo Instagram (“La storia di Cece”) da mezzo milione di followers, è promotrice principale insieme alla famiglia di una raccolta fondi a favore de “Il Guscio” dell’ospedale Gaslini, nel quale il piccolo “Cece” ha passato i suoi ultimi giorni. Al boom iniziale dell’iniziativa, con centomila euro raccolti in meno di ventiquattr’ore, si è aggiunta una canzone piaciuta molto sia alla stessa famiglia sia al pubblico social.
Peppo, qual è stato il primo contatto che hai avuto con Cesare?
Prima viveva a Conegliano con la sua famiglia, che poi si è appassionata a Genova e ha deciso di trasferirsi qua. Da lì ci siamo incontrati e conosciuti. Anche se molto piccolo, credo che Cesare avesse un talento innato per la musica. Era un grande appassionato, gli piaceva molto suonare il pianoforte. Conoscendoci ha iniziato a cantare “Loop” e le mie canzoni, quindi abbiamo un po’ suonato insieme.
C’è un bellissimo rapporto tra te e la sua famiglia
Sono delle persone fantastiche, quando sono venute a Genova sono diventate molto amiche degli altri nostri amici. Io credo che Cesare, oltre alla situazione in cui era che ovviamente è inimmaginabile, era veramente un esempio di come va vissuta la vita. Questo anche grazie ai genitori perché, nonostante purtroppo sia morto molto giovane, Cesare aveva già fatto un sacco di cose: come se avesse vissuto due vite. Hanno sempre preso questa situazione come una sfida e sono riusciti ad affrontarla, trovando il bello anche in un dramma. Mi sono tatuato il nome “Cece” sul braccio proprio per l’esempio che secondo me lui dava. Era un bambino incredibile, sempre felice e super intelligente. Sicuramente io avevo un debole per lui e lui ce l’aveva per me. È stato un bellissimo rapporto.
Dici che la tua canzone è nata da “un’esigenza”, cosa intendi?
Perché il motivo che sta alla base della scrittura di questo brano è il legame che si è instaurato con Cesare e avevo l’esigenza di provare ad esprimere a modo mio quello che era lui per me. Quando la ascolto comunque sono fiero di quello che è uscito. Anche ai primi ascolti mi emozionava. Quando è venuto a mancare io avevo scritto solo la prima strofa, quella che avevo messo su Instagram. Vedendo che comunque le persone apprezzavano mi sembrava doveroso continuarla e parlando con la madre Valentina, con la quale ormai sono molto amico, insieme al padre, abbiamo deciso di finirla e di farla uscire. La prima bozza è stata riprodotta anche al Ferraris. Mi fa piacere che le persone abbiano apprezzato questo gesto.
Quali ricordi ti porti dietro di “Cece”?
Quando ci vedevamo suonavamo sempre insieme. La fortuna secondo me è stata che la mamma comunque abbia sempre documentato tutto. È una cosa incredibile, ci sono un sacco di ricordi. Il pensiero del bambino rimarrà nonostante sia una cosa molto triste e soprattutto per i genitori è un’assenza difficile da colmare. La madre, il padre, la sorella e il fratello continueranno a fare delle belle cose con un sacco di iniziative.
Come procede la tua avventura musicale? Cos’è cambiato dall’ultima volta che ci siamo sentiti?
Alla fine fare musica è un qualcosa di molto complicato. Per un giovane artista ci sono un sacco di problematiche, fattori che poi incidono sul fatto che la musica venga ascoltata da tante persone oppure no. Io credo che non sia cambiato niente. Io sto portando avanti il mio progetto: mi piace fare musica, la faccio con passione e sono contento a farla. Poi ovviamente sono contento se questo pezzo arriva alle persone e che stiano apprezzando il brano.