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la piattaforma per affittare piscine private a ore che paga i mutui delle case

Non solo appartamenti e stanze: adesso si può affittare anche la propria piscina a ore. L’idea è semplice, funziona, e in molti stanno già incassando. La piattaforma si chiama Swimply, e negli Stati Uniti è diventata un fenomeno. Si tratta di un’app, sulla falsariga di Airbnb, che permette ai proprietari di piscine private di affittare i propri spazi per qualche ora.

Tra i primi a raccontarne i vantaggi è stato Jim Beach, conduttore radiofonico americano, che ha spiegato la sua esperienza al New York Post. Con sua moglie, ha messo a disposizione la piscina del giardino di casa: “Facciamo pagare 52 euro all’ora per l’uso della piscina e dell’area esterna”. Per venire incontro agli amanti degli animali, è addirittura consentito l’accesso ai cani attraverso un pagamento di un supplemento per la pulizia Una scelta inizialmente nata per necessità. “All’inizio ci serviva per coprire il mutuo. Ora che l’abbiamo finito di pagare, quei soldi ci permettono di toglierci anche qualche sfizio”. Tra questi, una nuova cucina, ristrutturata proprio grazie agli incassi ottenuti tramite l’app.

Ma come funziona? Chi ha una piscina può registrarsi, inserire foto, disponibilità e prezzi, e decidere se offrire anche docce, lettini, barbecue o altri comfort. Gli utenti, invece, possono prenotare direttamente dall’app, scegliendo la struttura che preferiscono, in base al prezzo e alla zona. Chiaramente Swimply trattiene una percentuale, ma il resto va direttamente al proprietario. Alcuni utenti, soprattutto nelle aree suburbane, dichiarano di arrivare a guadagnare anche 2.000 euro al mese. Ad oggi, la piscina dei Beach ha ricevuto 204 recensioni a 5 stelle, e gli utenti la definiscono “magica” e un’”oasi privata”.


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