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La parodia dell’Ultima Cena alle Olimpiadi suscita polemiche

PARIGI – Uno show grandioso, quasi epico nella gara di resistenza contro la pioggia di ballerini, artisti e atleti, forse un po’ lungo e kitsch in alcuni punti, ma che ha consegnato al mondo un ritratto vitale e trasgressivo della Francia. Troppo per l’estrema destra e alcuni intellettuali più reazionari che hanno cominciato ad attaccare lo spettacolo di inaugurazione dei Giochi. Il direttore artistico Thomas Jolly, acclamato regista teatrale di quarantaquattro anni, aveva promesso «audacia», e così è stato. Per parlare di diversità e l’inclusività ha immaginato le drag queen che rifanno in posa l’Ultima Cena.

Nakamura, la star odiata dalla estrema destra francese

Per ricordare la rivoluzione francese è apparasa una Maria Antonietta decapitata che appare alla Conciergerie, laddove era stata detenuta l’ultima Regina. Per cantare la Marsigliese è apparsa in cima al Grand Palais della mezzo soprano nera della Guadalupa. Per illustrare l’égalité, l’eguaglianza, ha mandato sulla passerella del Pont des Artslla nemica dell’estrema destra, la star franco-maliana Aya Nakamura.

La Conciergerie con le immagini alle finestre di Maria Antonietta decapitata

La Conciergerie con le immagini alle finestre di Maria Antonietta decapitata (fotogramma)

Insorge il Rassemblement National di Marine Le Pen, che già aveva criticato l’idea di mettere nello show Nakamura, provocando una campagna di odio sui social contro l’artista maliana. «Siamo a Parigi, non al mercato di Bamako” era scritto qualche mese fa su uno striscione del gruppo di estrema destra, Les Natifs. «E’ una cantante che non parla francese» aveva chiosato Le Pen a proposito dell’artista che ha venduto più di un milione di copie del suo album «Nakamura».

«Inaccettabile attaccare un’artista per quello che è» aveva risposto Emmanuel Macron denunciando il razzismo dell’estrema destra. Ecco quindi Nakamura davanti all’Académie Française, sensualissima sotto la pioggia, con un vestito d’oro, accompagnata dalla banda della Garde Républicaine, è scoppiata l’indignazione dei più reazionari.

«Che vergogna! L’apertura dei Giochi Olimpici è una rovina per la cultura francese» dice il portavoce del Rn, Julien Odoul. L’artista ha eseguito un medley dei suoi brani più famosi, dedicato un omaggio a Charles Aznavour con «For me Formidable», finendo per fare un saluto militare, un messaggio a chi la critica. Nel backstage la star ventinovenne ha posato sorridente con la Guardia Repubblicana. «Era un incontro forse improbabile tra due mondi, ma è andata benissimo» confida ora Frédéric Foulquier, direttore della banda militare.

Altro momento che non è passato inosservato è il tableau che nel copione era intitolato “Festivité”: l’immagine di un gruppo di famose drag queen a tavola (Nicky Doll, Paloma e Piche, riconoscibile per la sua barba bionda), che ricordava il dipinto leonardesco l’Ultima Cena di Gesù con i suoi apostoli. Guidate dalla dj francese Barbara Butch, attivista femminista e lesbica, diverse modelle, tra cui la transgender Raya Martigny, hanno poi sfilato sulla passerella. Marion Maréchal, nipote della leader del Rn ed eletta con il partito di Eric Zemmour, si è scagliata contro lo show che bolla come «propaganda woke», dal nome del movimento intellettuale americano di difesa delle minoranze. «

A tutti i cristiani del mondo che stanno guardando la cerimonia e si sono sentiti insultati da questa parodia dell’Ultima Cena fatta da una drag queen, sappiate che non è la Francia a parlare, ma una minoranza di sinistra pronta a qualsiasi provocazione». La conferenza dei vescovi, ha diramato un comunicato per lamentare una cerimonia che “purtroppo ha incluso scene di derisione e scherno del cristianesimo”, salvo poi plaudire a “meravigliosi momenti di bellezza e di gioia, ricchi di emozione e universalmente acclamati”. Più categorico Matteo Salvini. «Aprire le Olimpiadi insultando miliardi di cristiani nel mondo è stato davvero un pessimo inizio, cari francesi. Squallidi». Ma la Francia è anche il paese che per primo ha abolito il reato di blasfemia, e la laicità è sacra, e dove il «matrimonio per tutti» esiste da quasi dieci anni e le unioni civili da più di venti.

Céline Dion canta sulla Tour Eiffel un brano di Edith Piaf

Céline Dion canta sulla Tour Eiffel un brano di Edith Piaf (afp)

Poco prima, nel tableau “Liberté”, il direttore artistico – che ha confessato di essere stato stalkerizzato da adolescente a causa della sua omosessualità – ha presentato “una Parigi in cui il desiderio si afferma e si esprime”, in una danza dai colori arcobaleno e due uomini che si baciano. A mettere invece tutti d’accordo ci sono state invece Lady Gaga con le piume fucsia il suo omaggio a Zizi Jeanmaire, e la prestazione finale di Céline Dion, “risorta” sulla Tour Eiffel dopo quattro anni di malattia e assenza dalla scena, in un’interpretazione da brividi de “Hymne à l’amour”. Edith Piaf aveva scritto il testo di questa canzone dopo la morte in un incidente aereo del suo innamorato, il pugile Marcel Cerdan. «Sono stata felice di celebrare questi incredibili atleti – ha detto Dion – con tutte le loro storie di sacrificio e determinazione, dolore e perseveranza».


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