La NextGen deve anche occuparsi della prossima NextGen.
Nel passaggio generazionale, sulle generazioni attuali pesa il pregiudizio di non voler mai lasciare spazio alle generazioni successive. Per quanto qualche volta possa essere vero, nell’esperienza pratica a fianco di molte famiglie imprenditoriali familyandtrends si è fatto l’idea che nella maggior parte dei casi si tratti davvero solo di un pregiudizio. Nei casi peggiori, si tratta addirittura di una scusa delle generazioni successive, quando queste invece di essere impazienti di dimostrare il loro valore e di faticare per emergere trovano più comodo dire che non è permesso loro.
familyandtrends per approcciare in modo razionale la questione, qualche tempo fa, ha definito la formula per stabilire quando il processo del passaggio generazionale vada iniziato e terminato. Ulteriori studi e test sulla formula hanno fatto emergere un elemento che carica sulle generazioni successive una ulteriore responsabilità spesso sottostimata anche dai più coscienziosi: la necessità di assicurare a loro volta l’esistenza delle generazioni future avendo dei figli. Anche in questo caso si tratta di semplice aritmetica: vediamola.
La formula del passaggio generazionale si basa sulle tre fasi di crescita di un nuovo imprenditore: fascino, disciplina e chiamata. La fase del fascino: è quella in cui il giovane si avvicina all’impresa di famiglia con curiosità e orgoglio, iniziando a interiorizzare i valori e lo stile imprenditoriale dei genitori e di altri familiari, va dai 5/8 anni fino ai 18/28 anni, dura circa 20 anni. La fase della disciplina: è il periodo in cui si apprende con rigore le competenze tecniche e manageriali, spesso lavorando fuori dall’azienda di famiglia per formarsi in contesti professionali complessi e anonimi, va dai 18/30 anni fino ai 35/45 anni, dura circa 10/15 anni. La fase della chiamata: è il momento in cui si inizia a esprimere la propria identità imprenditoriale, personalizzando quanto appreso e sviluppando una propria visione di lungo termine dell’impresa e di come adattarla all’evoluzione dei contesti competitivi, si avvia prima dei 35/45 anni e dura circa 3/10 anni.
La somma algebrica delle tre fasi determina il tempo necessario per creare un nuovo imprenditore in 33/45 anni, 20 per la fase del fascino, 10/15 per la disciplina, 3/10 per la chiamata.
Si tratta di un periodo lungo e di fasi di passaggio necessarie, non per niente l’accademia è concorde nell’affermare che il passaggio generazionale è un processo e non un evento. Si tratta anche di un investimento rilevante in termini di anni, di pianificazione di attività, di attenta preparazione, di affiancamento imprenditoriale; il tutto condito dalle normali difficoltà di relazione tra generazioni e dalle ricorrenti tensioni aziendali. Perché bisogna farlo? Perché il dovere morale di ogni famiglia imprenditoriale è assicurare in ogni generazione almeno un imprenditore che possa prendersi cura dell’impresa di famiglia e del suo adattamento all’evoluzione del contesto competitivo facendola passare indenne attraverso le ondate di schumpeteriana distruzione creatrice.
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