La matematica è democratica e supera le differenze di genere – Fisica & Matematica
La matematica e’ una materia profondamente democratica: mette tutti gli studenti sullo stesso piano e per questo si presta molto bene a superare le differenze di genere. E’ quanto e’ emerso nell’evento organizzato a Roma dall’Accademia dei Lincei sull’insegnamento di questa disciplina.
Per il presidente dei Lincei, Roberto Antonelli, “la matematica è come una lingua straniera ma, a differenza di qualsiasi lingua, non possiamo impararla fin dai primi mesi di vita”, commenta Antonelli. “Richiede quindi un impegno particolare basato sulla capacità logica, e sarebbe sbagliato ridurne l’insegnamento ad una mera trasmissione di nozioni”.
Il convegno è stata l’occasione, per la comunità dei matematici e per tutte le figure che operano nella scuola, di confrontarsi più da vicino. “In Italia c’è sempre stata una riflessione molto attiva sull’insegnamento”, dice Alberto Tesei, presidente della Fondazione ‘I Lincei per la Scuola’, che ha organizzato l’evento. Fra i problemi maggiori, Tesei ha indicato “la grave carenza di laureati in discipline Stem (materie tecnico-scientifiche), aggravata dalle differenze di genere e dal fenomeno della fuga dei cervelli, e la grave carenza di competenze di base per chi esce dalla scuola dell’obbligo. Anzi, spesso i ragazzi sviluppano una vera avversione per la matematica e per il pensiero scientifico – rileva Tesei – cosa che li penalizza nel loro ruolo di cittadini”.
Parisi, la scuola deve investire nei laboratori scientifici
Per questo è importante investire tante risorse e tante persone sulla realizzazione e l’ammodernamento dei laboratori scientifici nelle scuole, a tutti i livelli, dalle scuole elementari fino alle superiori, ha detto il Nobel Giorgio Parisi, vicepresidente dell’Accademia dei Lincei. “Nei progetti di riforma del sistema scolastico non sento parlare abbastanza dei laboratori”, dice Parisi: “La scienza è un’attività sperimentale, è fondamentale che gli studenti possano toccare con mano e provare in prima persona, perché da questo tipo di attività nasce una comprensione più profonda che verrà poi ricordata per il resto della vita”.
Parisi ha sottolineato inoltre l’importanza di abbandonare l’idea che la scuola serva per selezionare l’élite della società: “In realtà, lo scopo primario dell’insegnamento deve essere quello di preparare i cittadini del futuro, cittadini che vedranno il 22esimo secolo”, ha rilevato. “Dobbiamo dar loro gli strumenti per capire quello che succede intorno, prendere scelte consapevoli, rendersi conto dei problemi della società, che sono sempre più intrecciati a temi scientifici. La cosa più terribile che può capitare nella società è la sfiducia nella scienza e l’unico antidoto è far capire agli studenti come funziona”.
Per quanto riguarda l’insegnamento della matematica, in particolare, Parisi ha evidenziato la necessità di presentare agli studenti anche l’aspetto storico, cioè come si è arrivati alle conclusioni attuali, e di insegnare non solo concetti e nozioni: “Gli insegnanti devono fare in modo che i ragazzi imparino ad imparare”, ha detto. “Chi esce dalla scuola sa fare le divisioni, ma non sa quando deve farle, non sa come applicare quello che ha imparato”.
Valditara, la matematica è utile per capire la realtà’
“La matematica non e’ imparare a memoria delle formule, ma capire come applicarle. L’approccio didattico che sembra funzionare meglio e’ quello del problem solving: si usa la matematica per risolvere un problema reale. L’astrazione nasce piu’ facilmente se lo studente parte da problemi concreti. Solo cosi’ si vince la sfida e si riescono ad appassionare i giovani”, ha osservato il ministro dell’Istruzione del merito, Giuseppe Valditara. “L’insegnamento della matematica: criticita’ , nuove sfide, idee”. “Questo modo di pensare deve accompagnare lo studente nella vita di tutti i giorni. La matematica e’ uno strumento utile per capire meglio la realta’ . Abbiamo stanziato milioni per l’insegnamento delle materie Stem, per la riduzione del divario di genere, per la formazione degli insegnanti”.
“Le materie Stem sono importanti perche’ sempre piu’ lavori richiederanno queste competenze e potranno favorire l’ascensore sociale, fermo dagli anni 70” e “i Lincei – ha aggiunto – possono svolgere un ruolo fondamentale nella formazione se riusciamo a mettere a sistema questa collaborazione. Credo che sia anche importante monitorare i risultati: qualsiasi percorso innovativo deve essere poi sostanziato da una analisi dei risultati concreti. Il percorso necessita la collaborazione di tutti. Anche un grande cammino inizia con un primo passo, che diventa significativo se fatto insieme”, ha aggiunto.
Secondo il ministro “particolarmente importante e’ lo studio delle materie scientifiche in un’epoca in cui domina l’Intelligenza Artificiale, che non potra’ mai sostituire l’opera di umanizzazione del docente. Sara’ di supporto, dovra’ essere governata, ma non lo sostituira’ . La scuola non deve insegnare ad usare le nuove tecnologie; dobbiamo formare i ragazzi ad avere la mentalita’ giusta per usarle, per padroneggiarle. Per questa rivoluzione abbiamo bisogno del contributo di tutti. Molto dipende dalla capacita’ di stimolare entusiasmo. Abbiamo bisogno del contributo di tutti ma anche dei docenti, di una straordinaria collaborazione. Solo i docenti possono fornire consigli concreti sulle necessita’ e le criticita’ dell’insegnamento”.
Se gli studenti odiano la matematica è colpa della scuola
Nel convegno è emerso che il istema scolastico e gli insegnanti giocano un ruolo cruciale nell’avversione per la matematica che tanti studenti sviluppano durante il percorso scolastico e che si portano dietro una volta usciti dalla scuola, con conseguenze pesanti sia per l’individuo che per la società nel suo complesso. “Investire nell’insegnamento ha un costo molto alto in termini economici e di responsabilità, ma porta ad un guadagno enorme”, ha detto Samuele Antonini dell’Università di Firenze. “Evitare questo costo oggi porterebbe poi ad una perdita ancora più alta domani”.
Le cause dell’avversione che tanti studenti provano nei confronti di questa materia emergono da molti temi svolti dagli alunni, dalle elementari alle superiori, presentati da Rosetta Zan, dell’Associazione Italiana di Ricerca in Didattica della Matematica: chi si pone in maniera negativa verso la matematica, la definisce oscura, troppo astratta, inutile al di fuori della scuola e piena di regole da imparare a memoria. Tutti elementi che fanno capire che questi ragazzi vedono la materia “in maniera procedurale e non concettuale: c’è una rinuncia a ragionare – ha affermato Zan – e l’utilità della matematica viene identificata solo con l’immediata spendibilità delle conoscenze apprese”.
Gli interventi hanno sottolineato anche come alcune delle pratiche didattiche più diffuse siano poi quelle più problematiche. “A volte l’insegnamento si riduce a una pratica di esercizi ripetitivi, che porta solo ad una conoscenza procedurale”, ha commentato ancora Antonini. “Oppure, si punta ad esporre semplicemente le nozioni nell’illusione che lo studente le apprenda: un approccio che fa perdere il processo di costruzione di significato da parte dello studente”. Emergono critiche anche verso i sistemi di valutazione: secondo Zan, “la valutazione è riduttiva e va a condizionare l’attività didattica semplificando troppo la complessità che richiede questa materia”.
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