Friuli Venezia Giulia

La donazione di sangue narrata da chi la vive in mostra

13.06.2025 – 16.00 – “Donare sangue è prezioso. Donare sangue può salvare la vita delle persone che hanno bisogno. Donare sangue e proprio Donare vita”. È solo una delle tante testimonianze appese alle pareti del centro trasfusionale dell’Ospedale Maggiore dove, questa mattina, è stata inaugurata una mostra temporanea che unisce testi originali di pazienti e donatori e opere grafiche dell’artista Andrea Dario Formica. “Nel 1994 mi sono innamorata di una persona che era anche un donatore di sangue. Fu così che feci conoscenza di questa realtà. Il sangue o è donato o non c’è. Decisi così, di andare a donare pure io e mi fu rivelato che il mio gruppo 0 negativo era universale, che potevo donarlo a tutti” si legge ancora. Ma c’è anche il racconto di un “volto conosciuto”: “Una mattina qualunque, una donazione come tante altre, in un giorno qualsiasi. Mentre mi sto sedendo sulla poltrona si avvicina un volto famigliare. Riconosco subito l’ex alunno della primaria, poi alla secondaria e infine promotore di iniziative gratuite per promuovere aspetti sanitari a scuola che nel tempo ho apprezzato molto. Oggi l’ennesimo ago nel braccio sarà compito suo. Che soddisfazione, doppia gioia: 40 anni di donazioni, 40 anni di volti, di vicende e di storie vissute e sentite”. Donare è soprattutto un gesto d’amore: “Avevo ventiquattro anni quando ho deciso di iniziare a donare, ricordo di aver provato molta ammirazione per il papà del mio fidanzato donatore, dentro di me ho sentito che donare era un gesto di generosità e premura verso il prossimo”.

La mostra rientra nel progetto di comunicazione “A,B, C’era una volta…”: storie e testimonianze associate a illustrazioni semplici ma di forte impatto emotivo che raccontano il valore umano della trasfusione di sangue. Tutti i testi – oltre cinquanta raccolti negli ultimi 6-7 mesi – sono volontari e anonimi esattamente come il gesto del dono del sangue (il paziente non conosce chi è il donatore). L’obiettivo dell’esposizione è sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza della donazione e della condivisione di emozioni e paure legate a questo gesto. Le installazioni hanno come elemento comune un filo rosso che collega le opere ai testi originali. Un filo rosso “che unisce persone sconosciute in un legame invisibile”. Dal canto suo, l’artista ha parlato di “lavoro molto intenso che mi ha messo alla prova, non volevo banalizzare il gesto del dono ma far passare il messaggio del sorriso attraverso tutte le storie. L’elemento della positività nel gesto di donare sangue che produce gioia in chi lo sta facendo”. Presente anche il primario, dott. Massimo La Raja e il dott. Matteo Gamba che si è fatto promotore della raccolta delle testimonianze e l’associazione Donatori Sangue di Trieste. Step successivo, la pubblicazione di un volume che raccoglierà testi e contributi grafici ricevuti.

[e.b.]




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