Veneto

La commedia di Felicia Kingsley: «Scrivo i libri che vorrei leggere»

Felicia Kingsley è la paladina del genere romance in Italia. L’autrice più letta nel 2023 ha appena pubblicato il nuovo “Una conquista fuori menù” con Newton Compton (Collana Anagramma, 512 pagine, 9.90 euro) in libreria dallo scorso 3 settembre e sarà tra gli ospiti più attesi di Pordenonelegge di venerdì 20 settembre, quando alle 17 incontrerà il pubblico al PalaPaff al Parco Galvani presentata dalla giornalista Arianna Boria.

In questo nuovo lavoro Kingsley parte da un agente dell’Fbi, Dwight Faraday, a cui viene affidata una nuova missione sotto copertura. Nome in codice: Romeo. Il suo compito sarà quello di infiltrarsi nel ristorante italiano della famiglia Villa a New York, sospettata di avere dei legami con la malavita. Il proprietario ha due figli maschi e una figlia femmina, Julia, che il padre continua a chiamare Giulietta, il nome che aveva scelto per lei e che lei ha cambiato. La sfida per Romeo sarà quella di raccogliere le informazioni cercando di non mescolare la vita privata con quella lavorativa, sfoggiando tutte le sue doti ai fornelli e non solo.

Come è nata questa storia?

«Da tempo avevo in mente di ambientare qualcosa in una cucina professionale ma era sempre un’idea rimasta lì, in attesa. Poi però un’amica ha avuto con dei trascorsi di salute particolari e mi piaceva dare spazio a quel tipo di riflessioni che probabilmente condividono anche altre donne. Julia è nata così».

C’è anche un pizzico di noir.

«C’è una indagine sotto traccia, una tecnica che ho già utilizzato in altri lavori precedenti. È una formula che ha convinto i lettori che, sebbene prediligano la storia d’amore, non disdegnano essere intrattenuti anche con altre sfumature presenti nella trama».

Perché l’indagine prende il nome delle canzoni degli Abba?

Adoro gli Abba, e siccome alle azioni speciali viene dato un nome in codice mi sembrava carino chiamarlo “Mamma Mia”».

In questo romanzo lei scrive: Se un uomo scrive di sesso è un intrepido esploratore dell’intimità. Se una donna scrive di sesso è una casalinga annoiata”. Come mai siamo ancora oggi con questo punto di vista?

«È intrinseco nella società che vuole le donne madri ma che partoriscono dopo una immacolata concezione. Gli uomini hanno diritto di parlare di sesso, le donne no. Penso che parlare di sesso nei libri sia anche un’azione di riappropriazione del tema».

Per l’anagrafe lei è Serena Artioli come ha scelto lo pseudonimo?

«Avevo 25 anni ed ero da poco iscritta all’albo degli architetti e temevo che ci fosse un conflitto deontologico nel pubblicare un libro».

Spesso inserisce titoli di opere di altri autori nelle sue storie, lo fa per suggerire altri autori ai lettori?

«I protagonisti del libro vivono una vita come le nostre, i libri che hanno nelle loro librerie sono quindi simili a quelli che abbiamo a casa».

Quando ha incontrato il romance?

«Da ragazzina. Scrivo i libri che mi piace leggere, anche se non leggo solo questi».

Chi legge i romance oggi?

«Tantissimi uomini, non solo le donne. Ci sono ancora pregiudizi da abbattere, su quello che sia considerabile “maschio”. Chi legge romanzi d’amore può avere una chiave per relazionarsi all’universo femminile. Avete i manuali d’istruzione, sono qui, leggeteli. Potreste capire quello che non avete capito in anni. Ci vuole però un coraggio che al momento latita».

L’incontro con il suo mr. Kinsley è narrato in qualche libro?

«No, rimane privato. Frequentavamo lo stesso gruppo di amici, è stata una cosa estremamente semplice».


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