Lazio

la Capitale affronta l’estate con la carenza di personale

Tavoli vuoti non per mancanza di clienti, ma di camerieri. Reception silenziose, cucine che chiudono prima, ombrelloni da sistemare senza nessuno a farlo.

È questo lo scenario che si profila per l’estate alle porte a Roma e provincia, dove il settore turistico lancia un grido d’allarme: manca un lavoratore stagionale su quattro.

A denunciare la situazione è un’indagine di Anpit, l’associazione nazionale del terziario, che ha ascoltato 500 imprese tra ristoranti, alberghi, stabilimenti balneari e villaggi turistici: l’80% di loro lamenta carenze di personale tra il 15 e il 25%.

E non va meglio sulla costa o nell’entroterra: nella provincia di Roma l’85% delle aziende interpellate fatica a trovare risorse umane.

Ma perché così pochi vogliono lavorare? La risposta sorprende: non è lo stipendio a spaventare, bensì il sacrificio del tempo libero.

Secondo l’indagine, il 40% dei giovani rifiuta il lavoro stagionale perché “non vuole rinunciare alle vacanze”, il 24% teme “di perdere troppo tempo libero”, e il 21% sceglie di andare all’estero per fare esperienze o studiare. Solo il 5% dei candidati avrebbe detto no per motivi economici.

Il risultato? Turni massacranti, strutture che chiudono in parte, meno servizi per turisti e clienti, proprio quando si apre la stagione che dovrebbe far brillare Roma.

Proprio per questo l’associazione propone l’istituzione di un “Bonus studi” per gli studenti under 25 che scelgono di lavorare nei mesi estivi, con un abbattimento delle tasse universitarie legato alla durata del contratto. E punta su un “Erasmus del lavoro” per formare giovani lavoratori europei attraverso scuole tecnico-professionali collegate al settore turistico.

Il turismo è una risorsa, ma senza persone non va avantiavverte Federico Iadicicco, presidente di AnpitServe un cambio di rotta immediato. Non possiamo permetterci un’estate a metà servizio”.

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