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Khamenei nel mirino: chi è la guida dell'”asse del male”


Khamenei nel mirino: chi è la guida dell'"asse del male"

La massiccia operazione militare lanciata da Israele contro l’Iran sta mettendo a dura prova la tenuta del regime degli ayatollah. Dopo l’eliminazione dei vertici dell’esercito, nessun leader sembra off-limits, nemmeno la Guida Suprema Ali Khamenei, l’86enne ultra-conservatore che dal 1989 guida la Repubblica islamica con il pugno duro e il rigido dogmatismo. L’offensiva dello Stato ebraico ha anche riacceso la rabbia di quella parte della società che odia vivere in uno Stato autoritario e alle prese con gravi difficoltà economiche. Per questo il leader dell'”asse del male” si trova di fronte a un bivio: insistere con la linea del conflitto per tenere la barra dritta o allentare la presa e accettare compromessi nel negoziato con gli Stati Uniti sul suo programma atomico.

Una cosa appare piuttosto chiara: Khamenei è tra gli obiettivi di Benjamin Netanyahu. Il presidente israeliano non vorrebbe solo distruggere la capacità nucleare di Teheran, ma anche favorire un cambio di regime. Tutt’altro che casuale l’appello al popolo iraniano, invitato a “combattere per la propria libertà da un regime malvagio e oppressivo”. Khamenei si trova in una posizione scomoda, tra l’intransigenza delle Guardie della Rivoluzione ed il pragmatismo della fazione moderata. Ma chi è l’uomo più potente dell’Iran?

Chi è Ali Khamenei

Nato il 19 aprile del 1939 da famiglia azera, Ali Khamenei studiò teologia e frequentò le lezioni del grande ayatollah Borujerdui e dell’ayatollah Khomeyni. Durante la Rivoluzione iraniana rivestì un ruolo da protagonista in qualità di membro del Consiglio della Rivoluzione e partecipò alla fondazione del Partito della Repubblica Islamica. Diresse i Guardiani della Rivoluzione per poi diventare guida delle preghiere del venerdì di Teheran dall’ayatollah Khomeyni, raggiungendo i vertici del potere.

In seguito all’assassinio di Muhammad Ali Rajai e durante la guerra con l’Iraq, Khamenei venne eletto presidente dell’Iran, nonché il primo religioso a ricoprire tale carica. Alla morte di Khomeyni, il delfino designato della Guida Suprema, il grande ayatollah Hossein-Ali Montazeri, venne destituito per essersi opposto a dei massacri di oppositori. Fu il rivale Ali Akbar Hashemi Rafsanjani a sostenere la candidatura di Khamenei, eletto dall’Assemblea degli Esperti il 4 giugno 1989.

Figura piuttosto complessa, Khamenei è riuscito a mantenere il potere e a contrastare l’ala riformista grazie all’alleanza con i conservatori e i pasdaran dei Guardiani della Rivoluzione. Ha sempre appoggiato le repressioni delle istanze di rinnovamento della società civile e ha esteso la sua influenza su tutti gli aspetti della vita quotidiana. Per quanto concerne la politica estera, è sempre stato anti-occidentale, tanto da definire gli Usa come il “Grande Satana”. È inoltre tra i grandi sostenitori del programma nucleare, trascinando così il Paese nel vortice delle sanzioni.

Seppur saldamente arroccato, il potere teocratico iraniano appare sempre più incerto. La risposta a Israele segnerà il futuro di Khamenei: ha poche vie d’uscita, non può mostrarsi fragile e la capitolazione rappresenterebbe la sua fine.

E le lotte di potere per la successione sono iniziate da tempo: il figlio Mojtaba non trova legittimità istituzionale, mentre gli altri possibili candidati sono morti nel loro letto colpiti dai droni israeliani. E ora la Guida Suprema non può contare nemmeno sull’”Asse di Resistenza”, fortemente indebolito da Israele.


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