Jacobs e il caso spionaggio: “Se Tortu fosse coinvolto sarebbe una batosta per me e la squadra”
Marcell Jacobs è tornato a parlare dell’inchiesta della Procura di Milano che coinvolge Giacomo Tortu, fratello e manager di Filippo Tortu, con cui vinse la staffetta 4×100 a Tokyo nel 2021. Il caso ruota intorno a un presunto spionaggio ai danni del velocista azzurro.


Jacobs: “Sono rimasto molto male”
Le parole di Jacobs arrivano durante la prima puntata della nuova stagione di Belve, su Rai2: “Sinceramente sono rimasto abbastanza male. Non me lo sarei mai aspettato, mi ha davvero sconvolto”, ha dichiarato l’atleta. Il campione olimpico di Tokyo sui 100 metri, ha spiegato come, dopo la vittoria olimpica, abbia percepito un clima di sospetto: “Dal momento in cui ho vinto le Olimpiadi, ho un po’ oscurato il percorso che Filippo stava facendo dal 2018. Alcuni pensavano che stessi usando sostanze dopanti. Ma la violazione della mia privacy è stata la cosa che mi ha ferito di più”.


Jacobs: “Ci sarà dell’imbarazzo al primo incontro”
Sul coinvolgimento di Filippo Tortu, Marcell ha mantenuto una posizione cauta: “Per come lo conosco, non credo sapesse nulla. Se però emergesse che era al corrente, sarebbe una bella batosta, personale e per tutta la squadra, sia personale che per l’intera squadra della staffetta”. Alla domanda se abbia avuto modo di parlarne con Tortu, ha ammesso: “Non ci siamo ancora visti. Sicuramente ci sarà dell’imbarazzo al primo incontro”. E quando gli è stato chiesto se Filippo abbia licenziato il fratello, la risposta è stata emblematica: “Non penso. È suo fratello…”, per poi aggiungere, dopo una pausa: “Io l’avrei fatto”.
Jacobs e il papà: “Uno sconosciuto”
Durante l’intervista, Jacobs ha anche aperto una finestra sulla sua infanzia, rivelando il dolore per l’assenza del padre: “Da bambino mi raccontavo che fosse un supereroe. Ma dentro soffrivo. Alle elementari vedevo i miei compagni disegnare la loro famiglia, mentre io disegnavo solo mia madre”. Il primo incontro con il padre, a 12 anni, lo ha lasciato indifferente: “Era uno sconosciuto”. Solo prima delle Olimpiadi è riuscito ad abbattere quel muro emotivo: “Da lì è nato il Marcell Jacobs che ha cominciato a vincere”.
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