Economia

Inditex (Zara), l’utile cresce ma il trimestre delude e il titolo cede

I dazi – e le relative incertezze sulla”piazza” d’Oltreoceano – la volatilità sui mercati valutari, alimentata dai rischi commerciali, e scontrini “fiacchi” sulla collezione primavera-estate.
Inditex – colosso dell’abbigliamento proprietario, tra gli altri, dei marchi Zara, Bershka e Stradivarius – ha deluso le aspettative nonostante una trimestrale in crescita. A pesare, sono state le flessioni sulle vendite del primo trimestre e le contrattazioni di quelle di inizio estate, ma anche le ricadute dei dazi che hanno complicato gli sforzi dei colossi del fast fashion di mantenere una crescita solida.

I conti

Così, in apertura, Inditex ha ceduto il 4,6% alla Borsa di Madrid (-0,72% l’Ibex), portandosi a 47,1 euro per azione, per poi chiudere la giornata di contrattazioni a -4,41 per cento.

Per i primi tre mesi dell’anno Inditex ha reso note vendite in rialzo dell’1,5% a quota 8,27 miliardi di euro (+4,2% a cambi costanti, ma inferiore alla stima media degli analisti di 8,36 miliardi), mentre l’ebitda è stato di 2,4 miliardi (+1%) e l’ebit di 1,6 miliardi (+0,3 per cento). Se l’utile ante imposte è rimasto stabile a 1,7 miliardi, con un margine ante imposte del 20,2%, l’utile netto è aumentato del 0,8% a 1,3 miliardi di euro (e «l’azienda prevede che il suo margine di crescita rimarrà stabile nel 2025» ha affermato Gorka Garcia-Tapia, responsabile delle investors relations dell’azienda spagnola). Il price earning 2025 è a 24 mentre il prezzo su patrimonio netto è attorno a otto. La società ha inoltre reso noto che le vendite dall’1 maggio al 9 giugno hanno registrato un incremento del 6 per cento (comunque inferiore al 7,2% pronosticato dagli analisti). Nella nota diffusa, si legge che il cda proporrà all’assemblea degli azionisti un dividendo pari a 1,68 euro per azione, che sarà distribuito in due tranche uguali per un valore di 0,84 euro per azione l’una: il primo pagamento è stato effettuato il 2 maggio, il secondo avverrà il 3 novembre.

Le previsioni

Nonostante i conti trimestrali in miglioramento, gli analisti si aspettavano un quadro migliore. Ma le preoccupazioni per la ripresa dell’inflazione e il rallentamento economico innescato dai dazi del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, hanno già frenato l’entusiasmo per gli acquisti non solo negli Usa. Con la volatilità sui mercati valutari, Inditex ha affermato che le fluttuazioni avranno un impatto maggiore del previsto, con un effetto negativo del 3% sulle vendite del 2025, rispetto all’1% segnalato a marzo. Si tratta di un primo “assaggio” dell’impatto delle tensioni commerciali sul fast fashion in vista del secondo trimestre.

Inditex non ha fornito ufficialmente una spiegazione per la debole crescita delle vendite. In una dichiarazione, ha descritto la sua performance «solida», dopo averla definita «molto robusta» a marzo, quando le vendite annuali erano aumentate del 10,5 per cento. «Il contesto tariffario è difficile da prevedere, ma Inditex è ben posizionata per affrontarlo – ha dichiarato sempre Garcia-Tapia, in una conference call con gli investitori -. Abbiamo una presenza globale e una vasta esperienza nella gestione dei cambiamenti nei regimi tariffari».


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