In Umbria sono sempre meno i giovani che non studiano né lavorano
di Anna Gabrielli
In Umbria continua a calare il numero dei giovani Neet, coloro che non sono occupati e che non studiano. In sei anni sono diminuiti del 43 per cento ma il numero assoluto rimane ancora alto: si tratta di 18mila giovani. Tra le difficoltà evidenziate dal rapporto di Cna e Confcommercio Umbria, Giovani in Umbria: demografia, lavoro, formazione, il match tra percorso di studio e offerta di lavoro e la necessità di rivedere il sistema dell’istruzione e la formazione professionale su scala regionale.
La ricerca L’indagine Giovani in Umbria: demografia, lavoro, formazione, condotta dal centro studi Sintesi e presentata nella sede di Ecipa Perugia, ha dimostrato come a livello demografico, in un decennio, la popolazione residente in Umbria sia diminuita di 39mila abitanti. Per quanto riguarda invece il tasso di anzianità, l’Umbria si conferma sopra la media nazionale di 27,1 punti, percentuale destinata ad aumentare nei prossimi dieci anni. Dall’altra parte la popolazione giovane si è ridotta dell’ 8,1 per cento con previsioni in aumento. È in calo anche la popolazione straniera. I dati presi in considerazione vanno a dare concretezza al fenomeno di emigrazione giovanile regionale: peggiora il saldo migratorio.
Licei e istituti Chi se ne va dall’Umbria ha un livello di istruzione medio-alto. Per quanto riguarda il fronte del lavoro, migliora il tasso di occupazione dei giovani: sono il 20,8 per cento del totale degli occupati, anche se a fronte di una media nazionale del 22. É stato inoltre quasi dimezzato in sei anni il numero di Neet in Umbria, sceso di 14mila unità. Dei 18mila giovani Neet, ben 10mila hanno deciso di non provare nemmeno a lavorare, «anche perché spesso privi delle competenze richieste dalle imprese», spiega Michele Carloni, presidente di Cna Umbria. Un dato da osservare con attenzione è quello sulle iscrizioni agli istituti professionali, scelti dal 16,1 per cento degli studenti umbri. «Mentre le imprese umbre cercano addetti alle attività di ristorazione, alle vendite, alla logistica, ai servizi di pulizie, alla conduzione di veicoli o delle macchine a controllo numerico, i giovani umbri continuano a iscriversi sempre più ai licei».
Istruzione professionale «È necessario riorganizzare gli strumenti regionali dell’istruzione professionale», questo l’appello lanciato da Cna e Confcommercio dell’Umbria. La loro proposta riguarda una riprogrammazione del Fondo sociale europeo+, di cui almeno 100milioni di euro sarebbero da destinare al rafforzamento del sistema dell’istruzione e la formazione professionale su scala regionale. «Se vogliamo trovare una forza lavoro da cui le imprese possano attingere bisogna puntare sulla specializzazione dei Neet. Alcuni strumenti importanti sono i corsi leFP, rivolti ai giovani tra i 14 e i 18 anni, e gli Its dedicati all’istruzione post diploma», afferma Roberto Palazzetti, presidente del Sul – Consorzio scuole umbre per il lavoro. Grazie a queste risorse si potrebbe combattere la disoccupazione giovanile, garantendo allo stesso tempo una formazione di qualità dei futuri lavoratori, dei lavoratori di oggi e degli imprenditori. «Bisogna far capire quali sono le opportunità che offre l’Umbria» sono le parole di Fabio Matera, direttore di Ecipa Umbria
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