“In due anni 200mila accessi in più al pronto soccorso, ma attese dimezzate”
Dal pronto soccorso alle case della comunità, dalle liste d’attesa al nodo dei contratti medici. Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio, fa il punto su due anni di governo e lo fa tracciando una linea netta: “Il miglioramento c’è ed è costante, ma adesso bisogna accelerare”.
L’occasione è un’intervista al Messaggero, dove il governatore racconta cosa si è mosso nel sottobosco di un sistema sanitario da anni in affanno. A partire dal fronte più caldo e visibile: i pronto soccorso. “Sono aumentati di 200mila unità gli accessi, eppure siamo riusciti a tagliare le attese: da due giorni a un giorno e quattro ore. È una svolta, ma le persone giustamente percepiscono ancora il disagio, anche perché possono passare 28 ore prima di un ricovero o una dimissione”.
Un dato su tutti, secondo Rocca, testimonia la necessità di cambiare rotta in fretta. “Scontiamo scelte mancate quindici anni fa – spiega – non si è tenuto conto dell’invecchiamento della popolazione. Oggi la pressione sul sistema sanitario è enorme e non più differibile”.
E allora ecco la ricetta: “Bisogna correre sulle case della comunità e riformare il modello dei medici di medicina generale, superando le logiche individualistiche con un’organizzazione integrata e realmente capillare”.
C’è poi il capitolo delle liste d’attesa, da sempre il tallone d’Achille della sanità pubblica. “Nel 2023 solo il 70% delle prestazioni critiche veniva erogato entro i tempi di legge. Ora siamo al 96%. È un grande passo avanti, anche se resta quel 4% che vale 100mila prestazioni. Il problema? Il sistema torna a funzionare e i cittadini ricominciano a scegliere il pubblico: è una buona notizia, ma crea nuova pressione”.
Altro tema chiave: la carenza di medici, soprattutto nei reparti di emergenza. “C’è una crisi vocazionale che non possiamo ignorare – spiega Rocca – ma si rimedia solo con una riforma seria dei contratti e con il riequilibrio delle retribuzioni. Bisogna valorizzare anche figure specialistiche come anatomopatologi o medici nucleari. Non regge più un sistema che tiene alcuni professionisti ai margini, anche economicamente”.
Infine, il governatore guarda avanti. “A fine mandato spero che le persone percepiscano il cambiamento, che non si sentano più sole. Il mio obiettivo è migliorare davvero la qualità della vita. E con il sindaco Gualtieri, pur nelle differenze, il dialogo è costruttivo. Abbiamo la responsabilità di lavorare, non di litigare”.
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