Il vostro cane soffre lo stress da città? Ecco cosa fare
Il cane si blocca, mette la coda tra le zampe posteriori, trema, si rifiuta di andare avanti, mentre la saliva diventa sempre più abbondante. Per gli esperti non c’è dubbio: si chiama stress da città e non è molto diverso da quello che soffriamo anche noi umani quando, inermi, ci sentiamo sprofondare tra i rumori delle auto, i clacson che strombazzano, il frenare rumoroso degli autobus. O quando ci guardiamo intorno e ci accorgiamo che le aree verdi non sono solo scarse ma anche spelacchiate.
Lo dicono anche gli studiosi
A confermarlo sono anche gli studiosi e gli esperti del comportamento canino. Stanley Coren, professore di Psicologia della University of British Columbia citando uno studio condotto dall’Università finlandese di Helsinki, sostiene che a generare sintomi di fobia sociale nei pet, pare sia anche il contesto ambientale, tanto che i cani che vivono in situazioni più urbanizzate hanno un livello di fobia nei confronti degli umani circa il 45% più alto dei cani che vivono in ambienti più naturali. Gli educatori cinofili e i medici veterinari comportamentalisti conoscono bene questi sintomi e cercano di affrontarli, per ridurli, in vari modi.
Ca’ Zampa, polo nazionale di eccellenza nel settore della medicina veterinaria nato nel 2018, ritiene che i risultati migliori per contrastare lo stress da metropoli sia una perfetta collaborazione fra le varie figure di esperti in grado di affrontare il problema. Ne è nato un progetto che, da qualche settimana, è diventato operativo nelle sedi di Ca Zampa che ospitano cliniche veterinarie: Milano Montenero, Milano Portello, Arese e Cremona con l’obiettivo di espanderlo al più presto anche fuori dalla Lombardia.
Una squadra per una regia comune
«La collaborazione tra educatore cinofilo e medico veterinario comportamentalista esiste ovviamente già da anni anche se è stato finora troppo dispersivo – spiega Paolo Bosatra educatore cinofilo professionista che opera all’interno del grande gruppo veterinario. – La nostra idea è quella di creare una squadra, che offra una regia comune, perché spesso gli esperti lavorano in maniera separata. Determinante invece sarebbe lavorare a stretto contatto scambiandosi report costanti perché progressi e aggiustamenti devono essere tempestivi». L’obiettivo del progetto è quello di correggere i disturbi comportamentali del cane imparando innanzi tutto ad interpretarne il linguaggio, aiutandolo a diventare un perfetto cane cittadino. Contemporaneamente anche il proprietario dovrà imparare a capire le esigenze e la comunicazione del suo animale. Il primo incontro con l’operatore cinofilo servirà quindi proprio a verificare come il cane reagisce agli stimoli e come il suo partner umano reagisce a questa situazione.
Il proprietario deve diventare il leader del cane e dargli fiducia
Non serve a nulla sperare che il cane si abitui a quegli elementi di caos di città che gli provocano stress. «Impossibile che si abitui – spiega Bosatra – anzi peggiorerà». Mentre è necessario intervenire per prima cosa in maniera molto graduale su questi stessi stimoli che «non vanno eliminati ma riproposti in maniera molto graduale. Per esempio, lavorando sulle distanze e sul graduale riaccompagnamento in una situazione potenzialmente fastidiosa per il mio cane. Inizierò a portarlo a spasso in una zona poco frequentata e lentamente lo riporterò poi in zone più frequentate e caotiche».
Un processo lento e graduale che porterà il cane ad avere un rapporto diverso anche con il suo proprietario. «Il cane deve imparare a fidarsi del suo accompagnatore attraverso una serie di esercizi mirati, in modo da vederlo più come un riferimento che un genitore a due zampe. Bisogna imparare a diventare leader perché il cane si affidi a noi. Fiducia, calma, attenzione, affidamento per riaccompagnarlo gradualmente verso gli stimoli che prima gli davano fastidio».
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