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Il ristorante di Carlo Cracco in Galleria preso di mira dagli attivisti di Ultima Generazione

Cinque attivisti, qualche striscione, un appello per lo chef: Ultima Generazione ha organizzato un sit in presso il ristorante di Carlo Cracco in Galleria a Milano.

Il ristorante di Carlo Cracco in Galleria preso di mira dagli attivisti di Ultima Generazione

L’anatomia del blitz, al netto di slogan e striscioni, è nitida: “rompere la bolla di privilegio di chi si può permettere di pagare un conto che vale la spesa mensile di una famiglia italiana”. A muovere, o forse a rovesciare la scacchiera, sono stati cinque attivisti di Ultima Generazione. Nel mirino l’omonimo ristorante di Carlo Cracco in Galleria Vittorio Emanuele II, Milano.

L’orologio segna le 14. Cinque individui si presentano al tre stelle di cui sopra, srotolano striscioni, scandiscono slogan, si siedono sul pavimento, rivolgono un appello allo stesso Cracco. Parlare di blitz può fare pensare a vetrine rotte e getti di vernice, ma la protesta è semplice esibizione di disobbedienza civile. Gli agenti della Digos e la polizia locale intervengono a rimuovere i ragazzi: ma che ci rimane?

L’appello di Ultima Generazione a Cracco

carlo cracco roma

La richiesta è semplice: aprire le porte del ristorante una volta a settimana offrendo pasti gratuiti a chi, di fatto, non può permettersi di frequentare locali di questo genere. O anche ben più umili, a dire il vero. “Un gesto concreto per sostenere chi sta affrontando difficoltà” hanno spiegato i ragazzi, “dimostrando che la buona cucina può essere anche un atto di solidarietà“.

D’altro canto non è certo novità: il fine dining poggia su una sorta di cortocircuito, e cioé che il cibo serve a stare in vita e quindi deve costare se non poco almeno il giusto. Gli attivisti di Ultima Generazione lo fanno notare con esempi più che eloquenti: “Io sono una studentessa -ha detto una delle attiviste-; in un ristorante come questo, come in tutti i ristoranti di lusso, una cena costa come il mio affitto mensile da studentessa fuori sede”.

Ci sarà chi parlerà di acqua calda e altre invenzioni che hanno sconvolto la storia dell’umanità, ma il discorso, considerando un mondo che si fa sempre più complesso per chi ha la sfortuna di essersi seduto in fondo, può avere un certo valore. “Anche lo studio sta diventando un privilegio” ha continuato l’attivista di cui sopra, “gli agricoltori sono in ginocchio e noi che facciamo la spesa paghiamo sempre di più, e il carrello è sempre più vuoto. Oggi sono scesa in azione per chiedere il giusto prezzo, sia per chi compra, sia per chi produce”.

Agli aneddoti si aggiungono anche i dati: “Il 57% degli italiani fatica ad arrivare a fine mese: sono milioni di famiglie italiane che lottano ogni mese per pagare la spesa, l’affitto, la bolletta del gas – continuano -. Rinunciano ad una cena fuori, a riparare ciò che è rotto da mesi”. E badate bene: “Non si tratta di persone ai margini della società”, ma di “lavoratori, studenti, di genitori, genitori single, di pensionati che, nonostante anni di sacrifici, non riescono a far quadrare i conti”.


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