Emilia Romagna

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, illustra la riforma al convegno di Magistratura Indipendente


Si è tenuto all’Hotel Palace il convegno nazionale di Magistratura Indipendente, incentrato sulla riforma costituzionale proposta dal Governo e approvata in prima lettura dalla Camera dei Deputati. Il testo prevede la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri, lo sdoppiamento del Consiglio Superiore della Magistratura e l’istituzione di un’alta corte disciplinare. Una trasformazione profonda, che sta generando un acceso dibattito sul futuro assetto della giustizia in Italia e, soprattutto, sull’equilibrio tra potere giudiziario e potere politico.

A confrontarsi sulla portata della riforma sono stati magistrati, giuristi ed esponenti delle istituzioni, tra cui il presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele De Pascale, e il sindaco di Cervia, Mattia Missiroli. Ma l’intervento più atteso è stato quello del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che ha scelto toni concilianti pur ribadendo la direzione intrapresa dal Governo.

“Io auguro, spero, supplico – ha dichiarato Nordio – che non si arrivi, quando sarà il momento dell’approvazione definitiva e del referendum, in una situazione di conflittualità esasperata.” Un appello, infine, a non trasformare il percorso della riforma in una frattura insanabile tra istituzioni: “Per l’amor di Dio, non facciamone uno scontro di civiltà.” Sulla questione della riforma della giustizia ha aggiunto che renderà la magistratura “più libera nel senso che oggi le correnti che sono nate alle quali io stesso appartenevo come associazioni che avevano intenti essenzialmente culturali sono diventati, come dicono gli stessi magistrati o molti magistrati, centri di potere infatti si parla di degenerazione delle correnti”. “Questa degenerazione – ha aggiunto – si concretizza nel fatto che molti magistrati si iscrivono a queste correnti non come forma di dialettica culturale ma come possibilità di fare carriera. Questo purtroppo lo sanno tutti ma lo dicono gli stessi magistrati e per questo si è parlato di degenerazione correntizia”. Quanto all’alta corte disciplinare “sarà proprio più indipendente – ha spiegato Nordio – proprio per il fatto che non sarà eletta dai possibili giudicandi, anche questa era ed è attualmente un’anomalia che la sezione disciplinare sia costituita da membri del Consiglio Superiore che vengono eletti da quei magistrati che un domani possono essere giudicati da quella stessa corte”. Per Nordio, “non esiste al mondo che vi sia un legame cosi’ stretto tra giudici e giudicandi”. 


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