Veneto

Il Costruttore di Pace. Di Andreina Corso

In realtà un costruttore di pace non sa di esserlo, non gli interessa la sua denominazione. Vive con semplicità, è un seme di un grande campo chiamato mondo. Non conosce lo stato degli altri semi, sa di non sapere, il pensiero del dubbio socratico non lo abbandona mai.

Il portatore di pace parte da sé, dalla sua vita, dai gesti quotidiani e smarrito osserva e vive la violenza che c’è, che tolleriamo e che perfino ignoriamo. Si legge di 45mila bambini ammazzati a Gaza. Cosa succede? Un dibattito, una manifesta indignazione…. E poi? Ecco che troppo odio ci assale. Ci pare di non reggerlo, ci umilia il silenzio e la complicità. Ecco che una piazza di semi tra loro sconosciuti, ma consapevoli di essere figli della stessa Terra madre, si riunisce e riempie una piazza con uomini e donne dagli occhi fermi e fieri, a dire basta a quei dittatori che invadono e umiliano i popoli, li piegano, li violentano, tolgono loro acqua e pane, distruggono le loro case, i bambini piangono seduti per terra.

E domani cosa cambierà? I morti saranno sempre più morti, noi per solidarietà potremmo morire, altri, chissà, cercheranno luoghi sicuri che non esistono. Altri ancora non sanno, non vedono, guardano altrove.

E i potenti, ridicoli omuncoli, che contano su chi fa finta di non capire, su chi sceglie di vivere senza consapevolezza. E che gente muoia, tanto è lontana. Si sta facendo sempre più tardi.


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