Marche

il Comune di Ancona fa ricorso contro il risarcimento di 8mila euro


ANCONA Inciampa su una crepa del marciapiede e si frattura la caviglia. Fa causa al Comune e vince, facendo disporre al giudice un risarcimento del valore complessivo di 8.460 euro. Ma l’amministrazione non ci sta e ricorre in appello per riformare la sentenza di primo grado. Per portare la causa al secondo livello di giudizio è stato necessario un atto di giunta deliberato nei giorni scorsi. Il procedimento verrà preso in carico dagli avvocati Massimo Sgrignuoli e Sara Pierini.

La vicenda

Il verdetto di primo grado, in sede civile, è stato emesso nel febbraio del 2025 dal giudice Claudio Cicconi. I fatti risalgono invece al 20 luglio del 2020, quando un’impiegata anconetana di 55 anni stava camminando sul marciapiede di corso Stamira, lato ex Rettorato e direzione piazza Cavour. Era caldo, aveva i sandali e con lei c’era un suo collega, testimone dell’accaduto. Ebbene, stando a quanto ricostruito, la donna era inciampata rovinosamente sui lastroni che compongono il marciapiede. La caduta sarebbe riconducibile a una crepa che incideva sulla pavimentazione che, ancora oggi, presenta avvallamenti e rischiose trappole per i pedoni. Al momento del sinistro, la donna stava tenendo in mano dei faldoni, che le avevano impedito di avere una visuale aperta sul marciapiede. Nonostante la caduta e il dolore perdurante, non era andata al pronto soccorso nell’immediatezza, ma il giorno seguente. La diagnosi: la frattura del quinto metatarso del piede. Il risultato: due mesi di gesso per ridurre la lesione.

Il concorso

Il giudice di primo grado ha rilevato, in riferimento all’incidente, un «concorso causale colposo». Da una parte ha ravvisato l’esistenza del nesso causale tra la mancata manutenzione del marciapiede e la caduta della donna. Dall’altra, però, lei avrebbe dovuto procedere con la dovuta cautela, ancor più perché portatrice di faldoni voluminosi. Il risarcimento è stato comunque riconosciuto. Non condividendo la motivazioni della ricorrente (sostenuta dall’avvocato Bernardo Becci), il Comune ha proposto appello.




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