Ambiente

Il Buon Azionista e il Comitato per la preparazione del futuro

Tra i tanti contributi di John Davis al capitalismo familiare c’è l’invenzione del consiglio di famiglia (family council): il luogo dove vengono gestite ed affrontate tutte le materie di pertinenza della famiglia e non dell’azienda. L’intuizione arrivò osservando i partecipanti del programma OMP Owner Manager Program dell’Harvard Business School; gli imprenditori partecipavano con l’obiettivo di formarsi ad essere migliori manager e dopo qualche anno tornavano chiedendo aiuto per dare struttura alla componente familiare e proprietaria della loro azienda. Il consiglio di famiglia ha soddisfatto un bisogno reale delle famiglie imprenditoriali e si è diffuso con un tale successo, che oggi, almeno in Italia, viene costituito anche quando non servirebbe.

Davis, nel frattempo passato da HBS all’MIT, ha di recente proposto un nuovo strumento di governance aziendale di grande utilità: il Future Readiness Committee, letteralmente comitato per la preparazione al futuro, o più semplicemente Comitato per il Futuro.

Cosa deve fare il comitato per il futuro? (1) Anticipare, (2) analizzare e (3) preparare il futuro. Questo tipo di attività è fatto dai consigli di amministrazione per le aziende e dai family office e consigli di famiglia per le famiglie; il Comitato Futuro guarda più lontano, i.e. da 5 a 20+ anni, e con maggior ampiezza, i.e. non parte da ciò che c’è nella situazione attuale ma dal futuro prefigurato.

In questo contesto deve (1) anticipare le evoluzioni possibili del contesto competitivo, e.g. nuovi consumatori, nuovi bisogni, tecnologia, intensità degli investimenti, accesso alla materia prima o a fornitori, geopolitica e nuovi concorrenti; dell’impresa, e.g. cambiamenti nei processi imprenditoriali, nel modo di produrre, nel modo di raggiungere e servire i mercati, presenza o ricerca di nuovi talenti, dinamiche nella cultura aziendale, impatti sul purpose; della famiglia, e.g. livello di unità/conflitto, dispersione geografica, nuove generazioni dopo l’attuale next gen. (2) Analizzare a quali di queste possibili evoluzioni dedicarsi distinguendo i segnali di cambiamenti definitivi dai rumori generati dall’incessante incedere della distruzione creatrice; comprendendo come queste evoluzioni influenzeranno la famiglia, l’azienda, il patrimonio; come convergendo potrebbero avere oltre ad impatti diretti anche impatti compositi per l’effetto di più forze che si manifestano contemporaneamente e si congiungono o impatti derivati indiretti. (3) Preparare famiglia, patrimonio ed impresa ai futuri più probabili agendo direttamente sulla visione di lungo termine o piantando i primi semi per avere alberi pronti e robusti al possibile avverarsi di scenari intravisti. Il capitalismo familiare è fatto di continuo adattamento al contesto competitivo come antidoto contro la distruzione creatrice, tutte le volte che questo adattamento deve partire con più di cinque anni di anticipo la decisione deve stare nel Comitato per il Futuro.

Qual è il suo posto nella struttura di controllo (governance)? L’adattamento nel lungo periodo delle attività della famiglia imprenditoriale è una delle caratteristiche degli azionisti responsabili. Nelle famiglie imprenditoriali più complesse esiste un luogo dove i rappresentanti più preparati e/o rilevanti si incontrano, può essere il consiglio della holding o un consiglio degli azionisti, in questo caso il Comitato Futuro è un comitato di questo consiglio. Nei casi in cui la principale attività sia l’impresa o il family office, il Comitato Futuro è un comitato del consiglio di amministrazione dell’asset principale. In questo “luogo” del sistema di controllo si ha il vantaggio di avere una visione d’insieme sull’interno e sull’esterno e si può avere un necessario e sofisticato raccordo tra visione di lungo termine, i.e. 5-20+, dei proprietari e pianificazione di breve-medio termine, i.e. 1-5, dei manager.


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