Cultura

Hotwax – Hot Shock | Indie For Bunnies

Hastings è una piccola città costiera situata nel sud-est dell’Inghilterra. Ha una che più discreta tradizione musicale tanto da diventare un punto di riferimento per la sua intensa e appassionata scena indie e alternativa.

Qui il rock alternativo, il punk e il grunge trovano un terreno fertile e molti locali in cui le band del posto possono esibirsi. Inoltre la città è anche sede di festival che celebrano la musica indipendente – tra i più famosi ricordiamo l’Hastings International Festival e l’Hastings Music Month.

In altre parole – anche se non siamo a Londra o Manchester – Hastings è un luogo stimolante e la sua atmosfera anticonformista e “bohemien” la rendono un luogo perfetto per la sperimentazione musicale e punto ideale per l’incontro tra artisti emergenti.

E’ in questa realtà musicale che si stanno affermando gli Hotwax, La band ha mosso i suoi primi passi nel 2021 con l’attuale line-up che comprende Tallulah Sim-Savage (chitarra e voce) e Lola Sam (basso) a cui si unisce Alfie Sayers  alla batteria. Da allora singoli e EP fino al loro primo album “Hot Shock” un concentrato di grunge, punk e rock passionale.

Credit: Bandcamp

L’ottima acustica del RAK Studios di Londra le cui sale d’incisione a pochi passi da Regent’s Park hanno visto artisti del calibro di David Bowie, di Placebo, di Smiths (le pennate di chitarra che aprono “Bigmouth Strikes Again” fanno ancora vibrare i muri degli Studios), ha ben mantenuto l’autenticità del sono energetico della band. Alle registrazioni hanno potuto assistere fan ed amici con l’intento di creare l’atmosfera di un concerto live in miniatura. Durante il tour americano è stata sfruttata la possibilità di registrare qualche brano a Joshua Tree (California) nello studio di Stella Mozgawa, batterista delle Warpaint.

L’energia femminile la fa da padrona in questo album, la produzione dello stesso è stata affidata a Catherine Marks ( Boygenius e Wolf Alice) e Steph Marziano (che ricordiamo per le collaborazioni con Hayley Williams e Let’s Eat Grandma).

La band alterna brani dal forte impatto energetico come il singolo “She’s Got A Problem” che apre l’album a brani più acustici e intimi, dalle atmosfere sognanti come la conclusiva “Pharmacy”, una vera sorpresa compositiva che oltre ad un testo che evidenzia dipendenze emotive mostra una versatilità della band verso la ricerca di nuove sonorità.

Davvero interessante per le sue dinamiche “Wanna Be A Doll” che inizia subito con il ritornello melodico-malinconico che comprende la triste ammissione “I’m riding fast with nowhere to go“. Un mix tra grunge e post punk dalle chitarre graffianti e la voce di Tallulah Sim-Savage che si alterna tra vari stati d’animo dando al brano un’inaspettata evoluzione.

Ci buttiamo nel pieno degli anni 90 con “Strange to be here” con le sue chitarre inquite e lamentose e il momento drammatico e angoscioso di metà canzone. Uno dei momenti più alti dell’album.

Il groove danzereccio e il basso pulsante caratterizzano “Strange To Be Here”, un brano che s’ispira alla Madchester di qualche decennio fa anche se la band riesce a dare quel tocco graffiante e ruvido specifico del loro sound.

“Lights On” offre un’altra dinamica di struttura con un introduzione acustica che ben presto si arricchisce di chitarre distorte e una dinamica più aggressiva. Registrata negli studi californiani di Stella Mozgawa questa canzone – come la successiva “Chip My Teeth For You” – ci accompagna ai suoni grunge e allo stile vocale di Courtney Love.

Ci sarà lo zampino di Catherine Marks in “One More Reason”? Molte affinità (e alcune divergenze) con “Smile” dei Wolf Alice, altra band il cui nome spesso affiora nei dintorni della band di Hastings.

Una domanda che spesso la metafisica si pone è se l’universo è intellegibile e ordinato o incomprensibile e caotico. Probabilmente gli Hotwax preferiscono la seconda opzione.

Anche se un po’ caotici lo sono (nel senso positivo del termine, se uno ne esiste), abbiamo oltremodo la convinzione che il loro valore è più che comprensibile e il loro primo album altrettanto convincente.


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