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Guerra inevitabile. Israele si difende e fa il lavoro sporco anche per noi


"Guerra inevitabile. Israele si difende e fa il lavoro sporco anche per noi"

Mancava giusto il fronte iraniano. Israele ha aperto pure quello. «Se permette – osserva Pigi Battista, giornalista e scrittore – non è Israele che dichiara guerra agli altri paesi circostanti, ma sono gli altri paesi a fare la guerra a Israele. Esattamente il contrario».

Un attimo, non è stato Israele ad attaccare?

«Che altro doveva fare Tel Aviv?».

Non erano in corso i negoziati sul nucleare fra gli Usa e l’Iran?

«La risposta è semplice: occorreva intervenire prima che fosse troppo tardi. L’atomica era sempre più vicina, non si poteva aspettare neanche cinque minuti».

Ma così non andiamo incontro a morte e distruzione?

«Purtroppo temo di sì, questa guerra durerà giorni, forse settimane e anche Israele pagherà un prezzo in termini di vite umane. È doloroso ma è inevitabile».

Non c’erano alternative?

«Forse non è chiaro il contesto: Teheran cerca di arrivare all’atomica non in funzione deterrente, ma con il solo scopo di distruggere l’entità sionista».

Ma così si appicca il fuoco a un Medio Oriente che già non conosce la pace.

«Sono tutte questioni drammatiche e che contengono una parte di verità, ma prima viene la sopravvivenza di un Paese che per i suoi nemici deve scomparire».

Anche Netanyahu ha le sue responsabilità.

«Netanyahu ha le sue colpe e per quanto mi riguarda se ne deve andare, ma questo è secondario».

Secondario?

«La storia va raccontata dall’inizio».

Dal 1948?

«Sì certo. Israele accettò che la Palestina venisse divisa, dall’altra parte risposero cercando di cancellare quel Paese appena nato».

Oggi?

«Sono passati quasi ottant’anni

ma purtroppo non è cambiato nulla. Continuano le aggressioni: Hamas, Hezbollah, gli Houthi dello Yemen, la Siria, prima che cadesse il regime di Assad. Tutti, dico tutti manovrati da Teheran per colpire Israele».

Insomma, l’unica diplomazia è quella delle bombe e dei missili?

«Lei sa quante migliaia di missili sono stati lanciati dal Libano meridionale contro i villaggi della Galilea in questi anni? Ma che dovevano fare i governanti a Gerusalemme? Aspettare di essere sterminati? Arrendersi e scomparire?»

Quanto durerà questo nuovo conflitto?

«Non lo sappiamo ma mi farei un’ulteriore domanda».

Quale?

«Cadrà il regime degli ayatollah?».

Secondo lei?

«È difficile dirlo. Sappiamo che le piazze di Teheran sono costrette al silenzio. Sappiamo che gli omosessuali vengono impiccati sulle gru. Sappiamo che i dissidenti vengono torturati e uccisi. Speriamo che tutto questo finisca, ma speriamo anche che in Occidente si aprano gli occhi sulle proteste, un giorno sì e l’altro pure, contro Israele».

Israele uccide i bambini a Gaza.

«È vero ed è terribile. Ma come fai a parlare di due Stati che convivono se Hamas ha come obiettivo la distruzione di Israele? Israele è l’avamposto dell’Occidente, il baluardo delle libertà e deve fronteggiare da decenni la furia della guerra santa islamista».

In Occidente e anche in Italia si moltiplicano le manifestazioni contro Gerusalemme.

«Queste sono manifestazioni insensate, se la prendono senza capire che Israele difende la libertà di chi urla contro Gerusalemme. Stanno dalla parte dei regimi sanguinari. Stanno con chi umilia i gay. Stanno con chi tratta

le donne come esseri inferiori. È una vergogna e leggo ora di un happening che si terrà sabato prossimo dal titolo inverosimile, Giù le mani dall’Iran».

Organizzato da Potere al popolo.

«Ma come si fa? Come si fa a non vedere? Come si fa a non capire?».

Trump?

«Ma lasci perdere Trump. Trump vende fumo. Trump immagino sia stato informato da Israele prima dell’attacco che, a quanto sembra, ha colpito al cuore il potere militare e l’apparato scientifico del regime. Trump per ora non ha risolto una crisi che fosse una e dubito che otterrà risultati in futuro. Ma in ogni caso a Gerusalemme sono andati avanti per la loro strada».

Alcuni paesi arabi non sembrano poi così dispiaciuti nel vedere gli aerei con la stella di David che bombardano le postazioni di Teheran.

«Ovvio. Gerusalemme fa il lavoro sporco per loro, come per l’Occidente. Qualcuno magari elabora dichiarazioni tortuose e ambigue, ma sotto sotto sono felici per i colpi inferti all’Iran».

Battista, quando usciremo da questo disastro?

«Tutto appare immobile, però il regime di Teheran perde colpi, Hamas è indebolito, Hezbollah è in difficoltà.

In realtà qualcosa nel tempo si muove: chi avrebbe mai detto negli anni Cinquanta che l’Egitto, allora il nemico numero uno di Gerusalemme, avrebbe fatto la pace con Israele? Invece è successo. Speriamo che anche i palestinesi si liberino di Hamas. E attendiamo per capire come andrà a finire questo nuovo conflitto. Israele sta allontanando un pericolo apocalittico che riguarda tutti noi».


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