Gondolieri fanno fallire alcuni borseggi, ladre tornano e lanciano bottiglie contro la stazio
Uno degli ‘Alert’ dei “Cittadini non Distratti” sabato pomeriggio diceva: “Stavano borseggiando 2 signore inglesi che se ne sono accorte, in zona Santa Maria del Giglio sono in 6…”. Altri messaggi confermano che le borseggiatrici sono sempre più numerose: arrivano a Venezia ‘in forze’ e colpiscono chiunque ogni giorno, spesso tra i ‘soggetti deboli’: anziani, persone con difficoltà deambulatorie, ecc.. Purtroppo, però, le azioni criminose oggi sono “salite di livello”.
Non è possibile girarsi dall’altra parte lasciando le vittime in mano a questa delinquenza organizzata in squadre, soprattutto quando si rappresenta una categoria quasi “istituzionale” a Venezia, così tra i gondolieri e le borseggiatrici ogni giorno è in atto un confronto: i primi urlano verso i turisti che vedono “puntati” dalle ladre, le seconde “disturbate” costrette a cambiare zona. Questo fino a ieri. Oggi le ladre (ma anche i ladri), invece, reagiscono fisicamente e violentemente contro chi fa fallire i colpi.
Ieri, sabato, l’ultimo esempio. Quando il sole cominciava a calare su campo Santa Maria del Giglio, regalando quella luce tipica che rende Venezia unica, il quadro veniva interrotto intorno alle 18.30 dall’improvviso scatenarsi di in un piccolo campo di battaglia. Urla, lancio di bottiglie, fioriere rovesciate, spinte e colpi agli arredi.
Cos’è successo? I gondolieri dello stazio per tutto il giorno avevano avuto occasione di vedere all’opera e di “disturbare” un gruppo di borseggiatrici che si aggirava insistentemente tra la chiesa e il teatro La Fenice. Come sempre, hanno cercato di allontanarle dai turisti urlando messaggi di allerta.
«Una, due, tre, ciao fie, ciao!», gridava uno di loro, riprendendo la scena degli avvicinamenti a scopo di borseggio con il telefono. Altro non si può fare, dice la legge, ma nemmeno questo, a quanto pare, è più tollerato dalle ladre. All’avvicinarsi della sera sei donne si sono avventate contro lo stazio. Sedie scagliate, una bottiglia di vino frantumata contro la casetta di legno, fioriere distrutte. E accuse urlate contro i gondolieri, mentre le ladre spintonavano, sputavano e cercavano di creare il massimo scompiglio possibile.
Qualche minuto, tanto per “dare una lezione” e le borseggiatrici si sono dileguate, lasciando dietro di sé solo le tracce dei danni e della “missione punitiva”. Quando la polizia è arrivata, infatti, in campo non c’era più nessuna di loro. Ma le testimonianze raccolte e i filmati delle telecamere della zona potranno forse dare un volto certo alle responsabili.
Ad ogni modo, chi lavora a Santa Maria del Giglio conosce fin troppo bene quelle figure. I camerieri del ristorante accanto raccontano di clienti che, dopo aver pagato il conto, si ripresentano pochi minuti dopo, disperati per aver perso il portafogli. Il pittore di strada, i commercianti, tutti ormai si improvvisano sentinelle al fine di prevenire i casi di disperazione che rovinano la vacanza. Ma l’impressione è quella di una lotta impari.
Denunce, fogli di via, ammonimenti: tutto sembra inutile. Le borseggiatrici sono spesso minorenni o incinte, e sanno bene come operare nelle pieghe del nostro sistema giudiziario. Così, mentre Venezia si prepara alla nuova stagione turistica, resta nell’aria il timore che episodi come quello di ieri si ripetano in un’escalation di violenza, in uno scenario dove, alla fine, pare non cambiare nulla.
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