Società

Gli scienziati hanno trovato un modo per produrre birra con un enorme risparmio energetico

Produrre birra in maniera più rapida e nettamente più sostenibile. Il segreto? Saltare la bollitura. Ma come funziona?

Gli scienziati hanno trovato un modo per produrre birra con un enorme risparmio energetico

Durante la bollitura del mosto si aggiunge il luppolo, si fanno evaporare alcune sostanze aromatiche altrimenti sgradevoli e si raggiunge uno stato complessivamente più stabile. Insomma: trattasi di un passaggio importante e fondamentale quando si tratta di produrre birra. Alcuni scienziati, però, hanno pensato di saltarlo a piè pari.

Uno studio condotto dall’Istituto per la bioeconomia del Consiglio nazionale delle ricerche di Firenze (Cnr-Ibe) ha prodotto un mosto di birra pronto per la fermentazione ma saltando, come accennato, la fase di bollitura. Il risultato? Enorme risparmio energetico, tempi decisamente ridotti, corredo chimico e organolettico immutato. Ma come hanno fatto?

Come si fa la birra senza bollitura?

birra

La magia passa per la cosiddetta cavitazione idrodinamica, che permette di scaldare il mosto a 94 gradi rimanendo dunque al di sotto dei canonici 100 gradi per novanta minuti. I risultati della ricerca, pubblicati sulla rivista Beverages, parlano chiaro: consumo energetico ridotto di oltre l’80% ed eliminazione totale del dimetilsolfuro, famigerato composto che rientra nella famiglia delle “sostanze aromatiche sgradevoli” a cui abbiamo accennato in apertura di articolo. E non è tutto.

Francesco Meneguzzo, primo ricercatore del Cnr-Ibe e coordinatore dello studio, ha spiegato che il composto di cui sopra è stato elimineato “con una velocità tre volte maggiore rispetto a quanto ci saremmo inizialmente aspettati”. Insomma: si risparmia e si viaggia più veloci.

“Attraverso questo metodo, il dimetilsolfuro viene immediatamente espulso dal mosto della birra e alla fine del processo l’amaro di luppoli si trasferisce al mosto, modificandone il colore” ha spiegato Meneguzzo. “Soltanto attraverso la cavitazione idrodinamica, che concentra un grande quantitativo di energia, è stato possibile ottenere questi risultati”.

Il peso specifico dell’innovazione è tale da potenzialmente aprire la strada per una produzione più economica e sostenibile. Il brevetto, di fatto, è stato depositato dallo stesso Cnr nell’ormai lontano 2016: “Fin dall’inizio, 10 anni fa, abbiamo sostenuto con convinzione lo sviluppo delle ricerche relative a questo brevetto e i risultati raggiunti ci danno ragione” ha continuato Maria Carmela Basile, responsabile dell’Unità valorizzazione della ricerca del Cnr.


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »