Gather Being Festival: quando il benessere incontra la bellezza eterna
C’è stato un momento, sabato sera, in cui il tempo sembrava essersi fermato. Un tramonto rosato, il silenzio maestoso del Tempio di Hera, e centinaia di volti noti internazionali rivolti verso l’orizzonte, colmi di stupore. È in questo contesto sospeso, quasi sacro, che si è svolto il gala finale del Gather Being Festival, una serata-evento che ha saputo fondere riflessione e meraviglia, arte e connessione, corpo e anima, a concludere tre giorni di festival, caratterizzato da un equilibrio perfetto tra contenuti culturali di alto profilo — con masterclass tenute da voci autorevoli del panorama internazionale — e momenti di puro piacere sensoriale, grazie a proposte enogastronomiche ricercate e serate animate da DJ set d’eccezione, firmati da artisti di fama globale.
Il Parco Archeologico di Selinunte, in Sicilia, — tra i siti più spettacolari del Mediterraneo — è diventato per una notte un vero santuario contemporaneo del benessere. Non un benessere estetico o edonistico, ma sociale, profondo, legato all’atto stesso di essere umani insieme, nel mondo. A dare voce a questo tema, una masterclass firmata Vanity Fair e moderata da Francesca Favotto, contributor Benessere e Salute per Vanity Fair e coach, che ha introdotto il dibattito con una domanda tanto semplice quanto necessaria: «Cosa significa per voi, oggi, benessere sociale?».
È stato l’inizio di un dialogo sincero, intimo e potente tra i cinque protagonisti chiamati sul palco: Emilina Anderberg, Lorena Bernal, Oliver Yonchev, Bianca Franklin e Pablo De Ritis. Le loro parole hanno toccato corde diverse, ma tutte unite da un bisogno: ritrovare senso nelle relazioni.
Lorena Bernal, attrice e life coach, ha parlato di autenticità, di quella maschera che togliamo solo quando ci sentiamo visti e accolti. «Siamo convinti di non essere abbastanza — ha detto — ma è solo quando osiamo mostrarci vulnerabili che permettiamo agli altri di fare lo stesso. È lì che nasce la connessione vera».
Per Emilina Anderberg, anima strategica di Gather Being, il cuore del benessere sociale è nella presenza fisica. «Viviamo sempre di più in un mondo digitale, sì, ma ci stiamo disconnettendo sempre più. La vera magia nasce quando riportiamo le persone insieme, nello stesso spazio, per condividere davvero».
Oliver Yonchev, imprenditore e fondatore di cocreatd e del podcast Diary of a Ceo, ha offerto una visione più imprenditoriale, ma non per questo meno umana: «Nel caos delle startup ho imparato quanto sia preziosa la sana armonia e il tempo condiviso: è lì che si sviluppa il vero potenziale umano, anche nel lavoro».
Bianca Franklin, stratega culturale e music expert di H&M, ha raccontato il potere della musica come linguaggio emotivo, capace di unire anche le comunità più frammentate. «Le esperienze live che organizzo funzionano solo quando c’è verità — ha affermato — e la musica è l’unico linguaggio che parla a tutti, senza bisogno di traduzioni».
Pablo De Ritis, curatore culturale e presidente del members club Faena Rose di Miami, ha riportato tutto alla passione: «La cultura è un ponte. Che sia una danza o una mostra, è ciò che ci fa vibrare insieme e ci ricorda che non siamo soli».
Il dibattito si è poi allargato al ruolo della tecnologia: strumento o trappola? Libertà o isolamento? Le risposte non sono state mai assolute, ma tutte hanno sottolineato l’importanza di un uso consapevole e umano del digitale, per non perdere il contatto con ciò che conta: le emozioni vere, le presenze reali, la pelle d’oca e gli sguardi.
La serata è proseguita con la firma copie del libro “It Starts With You” di Lorena Bernal, e poi ha preso il via una performance strumentale unica, live di Guy Gerber. A seguire EFESTIA, teatro equestre a cura del Maestro Cimarosa: un inno alla rinascita, tra suoni rituali e danza evocative con uno story telling mitologico per riportare gli ospiti in uno scenario leggendario. A pochi metri dalle colonne millenarie, l’arte ha trovato nuova voce nell’installazione immersiva di CREAITORS – The First Creaitive AI Agency, curata da Carlo Domingo e Francesco Sorrentino con il supporto di Dario Denso Andriolo, mentre la notte si è lasciata avvolgere dalle vibrazioni elettroniche e sognanti dei Non-Citizens con il closing finale di Guy Gerber.
L’idea stessa di Gather Being nasce da un’intuizione visionaria del suo fondatore e CEO, Giovanni Bonaccorso: creare una community in cui persone, valori e cultura possano incontrarsi in modo autentico. Con una formazione finanziaria di alto profilo è riuscito a unire il concetto di investimento in tutte le sue dimensioni con Investimenti: in finanza, in wellbeing, in cultura, in experience e anche in investimenti con impatto filantropico. Momento rilevante dell’evento è stato il suo annuncio al Gather Being Festival della collaborazione con la prestigiosa fondazione The King’s Trust di sua Maestà Re Carlo d’Inghilterra. Bonaccorso ha concepito Gather come un ecosistema di esperienze, più che un evento, dove il vero lusso è tornare a sentirsi umani. «Gather è un invito a ricordare chi siamo, insieme», ha dichiarato recentemente. E a Selinunte, questo invito ha preso forma e realtà nella comunità.
Gather Being non ha solo organizzato un evento: ha creato un tempo fuori dal tempo, dove le persone si sono incontrate davvero. Senza filtri, senza maschere. Solo con la voglia di appartenere e di crescere insieme, accerchiate dai loro valori comuni, e di ritrovare insieme la strada verso un benessere più autentico, più umano.
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