Garlasco – Le Iene, il “testimone” su Stefania Cappa, i messaggi attribuiti alla sorella Paola e le telefonate della madre di Sempio
“Non so ora se lei ha depositato quella cosa che aveva pesante o l’ha buttata nel fosso, ma era agitata che non riusciva a chiudere la porta ed è andata via”. A dirlo è il presunto “supertestimone” nell’intervista esclusiva a Le Iene sul delitto di Garlasco, andata in onda stasera 20 maggio su Italia1, poche ore dopo la conclusione di una giornata convulsa e confusa sul fronte giudiziario. L’uomo, presentato con il nome fittizio di Carlo, ha raccontato la sua versione su quanto sarebbe accaduto il giorno dell’omicidio di Chiara Poggi, l’allora 26enne che fu uccisa nella viletta di famiglia il 13 agosto 2007 nel comune in provincia di Pavia, per cui è stato condannato in via definitiva il suo fidanzato dell’epoca, Alberto Stasi, ora in regime di semilibertà. Nel corso del servizio di Alessandro De Giuseppe e Riccardo Festinese, quindi, è stata divulgata la testimonianza integrale dell’uomo, insieme ad alcune telefonate considerate inedite della madre di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara e indagato nella nuova inchiesta della Procura di Pavia sull’omicidio. Nel video vengono mostrati anche dei messaggi vocali attribuiti a Paola Cappa, sorella gemella di Stefania e cugina di Chiara, e presentati come inerenti all’omicidio. Le due sorelle non sono indagate.
Il racconto del testimone – Incontrato due mesi fa dall’inviato de Le Iene, in compagnia di un amico in comune, Carlo si mostra inizialmente preoccupato: “Vengo messo in una situazione grave, non voglio saperne niente”, dice nella clip mostrata durante la trasmissione. Ma in un secondo momento è lo stesso presunto testimone a mettersi in contatto con il programma: “Lo faccio perché sono un cristiano credente che si porta questa ragazza nel cuore. Lo faccio per lei, degli altri non me ne frega niente”, spiega l’uomo che decide di rivelare alcune informazioni che gli sarebbero state riferite anni prima e mai verificate dagli investigatori. “Dopo un mese dall’omicidio vado all’ospedale e c’era una signora”, la cui zia, secondo il racconto di Carlo, abitava affianco alla casa della nonna delle gemelle a Tromello.
“È successo che quel giorno lì (il giorno del delitto, ndr) ha visto una delle due gemelle che era disperata”, aveva con sé una borsa pesante ed “era talmente agitata che non riusciva ad infilare la chiave nella porta”, che poi sarebbe stata aperta dalla signora. “Non so ora se lei ha depositato quella cosa che aveva pesante o l’ha buttata nel fosso, ma era agitata che non riusciva a chiudere la porta ed è andata via”, aggiunge l’uomo. Che poi spiega: “La signora ha specificato che queste ragazze qua non sono mai andate in quella casa, questo l’ha tenuto a dirmelo. Erano le 13 di quel giorno (13 agosto 2007, ndr), quella che poteva muoversi è andata in casa e poi è uscita senza borsa”, sono le parole del testimone che, secondo Le Iene, si riferirebbe a Stefania, in quanto Paola, in quel periodo, camminava con le stampelle.
Le persone che avrebbero assistito a quella scena, però, secondo Carlo, erano già anziane all’epoca e oggi non sarebbero più in vita. Ma il testimone assicura di aver annotato tutto su dei taccuini per non dimenticare quella versione. Sul perché la sua versione sia emersa solo oggi, a distanza di 18 anni dall’omicidio di Poggi, l’uomo sostiene di aver rivelato sin da subito quella che di cui sarebbe venuto a conoscenza: “Dissi all’avvocato della famiglia Poggi (l’inviato de Le Iene chiede se si tratti di Gian Luigi Tizzoni, il teste risponde di sì, ndr) che avevo avuto delle notizie sulle Cappa, ma lui mi disse che l’inchiesta su Stasi era già in corso e non si potevano sovrapporre le due cose. Non ha voluto sentire la mia testimonianza, da quel momento non ha voluto approfondire niente”, sostiene il testimone, rivelando che, circa una settimana dopo il delitto, era stato contattato dallo stesso legale che gli avrebbe chiesto di aiutarlo. Ma quando poi lo avrebbe ricontattato, Carlo non sarebbe stato ascoltato: “Lui siccome era amico di famiglia dei Cappa si capisce che non ha voluto saperne niente per non avere problemi – aggiunge ancora -. Io avevo parlato con una persona e mi hanno consigliato, qualcuno in alto, di mantenere il silenzio”.
Le telefonate con la madre di Sempio – Nel corso del servizio viene presentata anche un’altra clip “inedita”, relativa ad alcune telefonate tra l’inviato De Giuseppe e la madre di Sempio avvenute prima che l’indagine sul figlio fosse resa pubblica. La donna avrebbe raccontato di una presunta testimone che, il giorno prima dell’omicidio, avrebbe assistito a un supposto litigio tra Chiara e la cugine: “Alla casa di riposo lavora una ragazza che vive a Via Pascoli, raccontava che alla domenica (il giorno prima del delitto, ndr) Chiara e la cugina (Stefania, ndr) litigavano. Posso giurare di averglielo sentito dire”, racconta la donna. Che avrebbe poi sostenuto che “ci sono tante, tante, tante cose che non tornano. La gente di Garlasco le ha notate tutte”, aggiunge. Con l’inviato delle Iene, la donna parla anche dell’avvocato Gian Luigi Tizzoni, “accusandolo” di aver passato documenti della procura al difensore di Sempio. Affermazioni o meglio presunzioni che spetterà al legale di parte civile valutare.
I messaggi e gli audio attribuiti a Paola Cappa – Il servizio si conclude con alcuni messaggi relativi al delitto che vengono attribuiti a Paola Cappa. Tra questi, negli ultimi giorni, sarebbe stato inserito anche un presunto SMS nel quale la donna avrebbe scritto: “Mi sa che abbiamo incastrato Stasi”. Ma la trasmissione sembra smentire categoricamente questa versione, citando proprio il destinatario di quel presunto messaggio, Francesco Chiesa Soprani – identificato dalla trasmissione come ex amico di Paola -, che avrebbe scelto di consegnare spontaneamente a Le Iene centinaia di messaggi e audio scambiati con Paola, in gran parte riguardanti la vicenda. E in quel corpus di SMS e note vocali, la trasmissione precisa che non avrebbe trovato quella frase, “né per iscritto, né nei vocali”.
Ma risulterebbero, stando al programma, invece altri audio, tra cui comparirebbe il seguente messaggio, attribuito ancora a Paola: “Guarda io non ho mai aperto bocca, però arriverà il giorno che la apro. Voglio essere pagata fior di milioni… Tutto quello che ha guadagnato la Ferragni in tutti questi anni lo guadagnerò in una sola volta, però dirò tutto, tutto, tutto, tutto”. E ancora: “Ti racconto una cosa di mia sorella (Stefania, ndr). Lei ai tempi faceva la soccorritrice ed usciva in ambulanza. Quando è morta mia cugina, io ero in casa e lei era in piscina con il suo fidanzato. Mia mamma l’ha chiamata e le ha detto urlando di tornare a casa, ma lei è tornata a casa che non era bagnata, è salita in macchina convinta di poterla rianimare (Chiara Poggi, ndr), cioè per farti capire”, si sente dire in uno dei vocali attribuiti a Paola.
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