Francia chiede indietro la Statua della Libertà, Usa: “Senza di noi parlereste tedesco”
Francia chiede indietro la Statua della Libertà, Usa: “Senza di noi parlereste tedesco”
La Voce di Venezia
Tensione crescente tra Stati Uniti e Francia dopo le recenti dichiarazioni dell’eurodeputato socialista Raphaël Glucksmann, che è arrivato a chiedere la restituzione della Statua della Libertà, dono francese e diventato simbolo di New York, agli Stati Uniti. La richiesta arriva in un momento di forte divisione politica internazionale, con Glucksmann che, in un discorso tenuto durante il congresso del suo movimento “Place Publique”, ha accusato gli Stati Uniti di disprezzare i valori che avevano motivato la donazione del celebre monumento da parte della Francia nel 1886.
Secondo Glucksmann, infatti, gli Stati Uniti non rappresenterebbero più quei principi di libertà e democrazia per cui la statua era stata donata al popolo americano. «Agli americani che hanno scelto di schierarsi con i tiranni e che hanno licenziato i ricercatori per aver chiesto libertà scientifica, diciamo: restituiteci la Statua. Ve l’abbiamo regalata, ma a quanto pare la disprezzate, quindi andrà benissimo qui», ha affermato con fermezza durante il suo intervento, suscitando le ovazioni dei circa 1.500 presenti.
Le parole di Glucksmann hanno suscitato una reazione immediata e decisa da parte della Casa Bianca. La portavoce Karoline Leavitt, durante una conferenza stampa, ha replicato duramente, sottolineando che «è grazie agli Stati Uniti che i francesi oggi non parlano tedesco» e aggiungendo che i francesi dovrebbero essere molto grati per il ruolo svolto dal Paese nella liberazione dell’Europa dal nazifascismo. Leavitt ha quindi definito Glucksmann «un politico francese di basso livello e senza nome», esprimendo un netto disprezzo nei suoi confronti.
Il botta e risposta tra Washington e Parigi ha messo in evidenza le forti tensioni che caratterizzano i rapporti tra le due nazioni in un periodo segnato da sfide politiche internazionali e divergenze ideologiche. La risposta della Casa Bianca ha inoltre posto l’accento sulla figura di Glucksmann, definendolo un esponente politico marginale, nonostante il suo recente successo elettorale in Francia, dove ha ottenuto il terzo posto alle elezioni europee del 2024.
Il leader socialista ha deciso di non lasciar passare sotto silenzio l’offensiva della portavoce, tornando a commentare la vicenda sui social, in particolare su X (ex Twitter), dove ha scritto: «I trumpisti si preoccupano di perdere la Statua della Libertà, ma si direbbe che abbiano già perso il loro senso dell’umorismo. E quando se la prendono con Raphaël Glucksmann, allora vuol dire che avevamo visto giusto».
La controversia ha ulteriormente messo in luce le fratture ideologiche tra i due paesi, con Glucksmann che ha chiuso il congresso del suo movimento lanciando un appello alla costruzione di una “forza che pesa, che agisce e che protegge il nostro motto Liberté, égalité, fraternité!” contro quello che ha definito l’internazionale di estrema destra, rappresentata dai presidenti Donald Trump e Vladimir Putin, oltre che dalla leader francese Marine Le Pen. Un’iniziativa che si propone di contrastare le forze politiche di destra attraverso azioni concrete sul terreno.
L’episodio, che ha visto uno scambio di accuse tra i rappresentanti delle due sponde dell’Atlantico, non sembra destinato a risolversi in tempi brevi. Le dichiarazioni di Glucksmann e la successiva risposta della Casa Bianca, infatti, potrebbero segnare l’inizio di una nuova fase di tensione nelle relazioni tra gli Stati Uniti e la Francia, con implicazioni che vanno ben oltre la controversia sulla statua.
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In questo scenario, la Statua della Libertà, simbolo di speranza e di accoglienza, si è trasformata in un nuovo campo di battaglia politico, mentre le due potenze si confrontano su temi cruciali legati alla libertà, ai diritti umani e all’influenza internazionale.
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