Marche

fondersi o resistere? Parlano 5 imprenditori marchigiani


ANCONA – Dal rapporto 2024 di Confindustria Marche presentato martedì sono emersi dati e informazioni utili a certificare lo stato della nostra economia, non troppo dissimili da quelli della media nazionale. I numeri della produzione industriale (-2,6% per le Marche; -2,7% per l’Italia) e dell’export, definiscono il periodo di incertezza, inevitabilmente connessi alla situazione generale interna e a quella – più preoccupante e meno prevedibile – legata alla congiuntura internazionale. Nonostante questo, il tessuto imprenditoriale della regione resta ricco di eccellenze e intelligenze uniche in Italia (e non solo). Ma il tema emerso è proprio questo: c’è ancora spazio per il vetusto concetto di “piccolo è bello? Oppure per le Pmi di casa nostra sarebbe meglio aggregarsi (o addirittura fondersi) e creare strutture più capaci di resistere alle sollecitazioni del mercato? Ha ancora un senso progettare un futuro senza abbracciare (eufemismo) altre realtà produttive, soprattutto in assenza di investimenti necessari a restare competitivi con il mondo che cambia a velocità doppia? Lo abbiamo chiesto a 5 imprenditori, uno per provincia. E le loro risposte sono state piene diverse e orgogliose.




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