Piemonte

Femministe di destra e narrazioni xenofobe


C’era posto per tutti al Salone del Libro, anche per un collettivo di donne francesi che si chiama Nemesis composto da femministe di destra (evidentemente c’era posto anche per gli ossimori) le quali sostengono, in sostanza, che in Europa non c’è traccia di patriarcato e che dunque le violenze sulle donne sono causate dall’immigrazione. Sono state invitate addirittura dalla Regione Piemonte ma ciò non stupisce perché anche il ministro della Giustizia ha detto che «alcune etnie non hanno la nostra sensibilità verso le donne» e perché quello dell’interno si è avventurato a sostenere che «da noi il patriarcato non c’è più». Tutto torna, anche se queste tesi sono rozze e non sorrette dai numeri. Un’enormità di donne (più del 31%) ha subito nella sua vita qualche forma di violenza fisica o sessuale, ma visto che il campione spazia dai 16 a 70 anni significa che i fatti si sono manifestati ben prima e anche a prescindere dal fenomeno migratorio. Se poi vogliamo parlare della inarrestabile tragedia dei femminicidi è vero che si è estesa alle coppie di origine straniera ma si è semplicemente incrementato il preesistente e preponderante numero di vittime eliminate dai maschi italiani. Checché ne dicano i ministri, la cultura patriarcale che esige la subordinazione femminile e che punisce le condotte delle donne che non l’accettano è largamente diffusa sia nei maschi italiani sia in quelli di origine straniera. È un fenomeno trasversale, basta seguire la cronaca, che se misurato male serve solo alla propaganda xenofoba. Se invece si vuol dire che qualsiasi movimento migratorio porta con sé frange minoritarie di individui che assumono condotte devianti, questo è sempre stato vero. Con una importante precisazione. Questa correlazione non riguarda solo gli spostamenti transnazionali ma anche le cosiddette “migrazioni interne” in ciascun paese. Tutti ricordano che l’imponente esodo verso le città del nordovest nei primi decenni della repubblica ha comportato un certo aumento, poi assorbitosi, dei crimini violenti e dei reati di strada. Ebbene, nessun ministro del tempo si è mai sognato di misurare la provenienza regionale degli autori di quelle condotte e ha fatto bene. Farlo oggi nei confronti degli stranieri ha il sapore torvo di una narrazione xenofoba.


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