Umbria

Export, il 2025 in Umbria parte bene: +5%. Continua a crescere l’abbigliamento


di Daniele Bovi

Parte bene il 2025 dell’export umbro. Nei primi tre mesi dell’anno infatti le aziende della regione hanno venduto all’estero il 5 per cento in più di merci rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Il dato emerge dal report di Istat sull’export delle regioni italiane pubblicato mercoledì. Secondo la banca dati dell’Istituto, tra gennaio e marzo sono state esportate merci per quasi un miliardo e mezzo di euro.

Le regioni Nel complesso, l’Umbria si piazza al quinto posto dietro a Friuli, Lazio, Valle D’Aosta e Toscana. Il tutto avviene all’interno di un quadro nazionale diversificato: le vendite all’estero aumentano infatti per il Centro (+7,9 per cento) e il Nord-est (+1,6 per cento), sono pressoché stazionarie per il Nord-ovest (-0,2 per cento), mentre flettono per le Isole (-9,7 per cento) e il Sud (-2,2 per cento).

I settori Tornando all’Umbria, per quanto riguarda i settori a trainare le esportazioni sono stati in particolare l’abbigliamento (vedi alla voce Cucinelli, ma non solo): +21,7 per cento, per una quota sul totale nazionale passata in un anno dal 2,9 al 3,7 per cento. Per quanto riguarda i metalli, cioè l’Arvedi-Ast di Terni, si parla di un +14,8 per cento e una quota sul totale nazionale che torna a crescere (1,8 per cento). Venendo invece all’agricoltura, c’è una flessione sia per le vendite (-16,5 per cento) che per la quota sul totale nazionale (dall’1,6 all’1,3 per cento); per cibo, bevande e tabacco invece situazione pressoché stabile (+4,1 per cento). In crescita anche legno e carta, mentre i mobili arretrano del 6,8 per cento. Segno meno anche per mezzi di trasporto, macchine e apparecchiature.

I distretti Di export, e in particolare quello dei distretti di abbigliamento, olio e mobili, si è parlato mercoledì a Perugia dove Intesa Sanpaolo ha presentato il «Monitor dei distretti dell’Umbria» relativo al 2024. Nel complesso l’export di questi settori ha superato il valore di 1,2 miliardi di euro nel 2024 con una crescita di 175 milioni di euro pari a una variazione percentuale del 16,7 per cento, nettamente superiore alla media italiana che si è attestata allo 0,9 per cento. Con più di due terzi dell’export distrettuale (67 per cento), il distretto della maglieria e abbigliamento di Perugia si conferma come il più rilevante: nel 2024 ha centrato 821 milioni di euro di esportazioni con un balzo di 114 milioni pari al 16,1 per cento. Gli Stati Uniti (198 milioni) sono il principale sbocco seguiti da Francia, Cina e Regno Unito.

Olio e mobili Bene anche l’olio he ha raggiunto i 327 milioni di euro di esportazioni, con una crescita del 26,5 per cento, la più elevata tra le realtà italiane monitorate nel comparto, favorita in parte da un significativo aumento dei prezzi; Spagna e Stati Uniti sono i principali mercati di sbocco. Continua a soffrire invece il settore del mobile dell’Alta Valle del Tevere (-8,7 per cento nel 2024); la Francia resta il primo mercato di riferimento, seguita dalla Germania e dagli Stati Uniti.

Il 2025 «Guardando al 2025 – è stato detto mercoledì – le prospettive restano incerte. La debolezza degli scambi internazionali e l’inasprimento delle politiche protezionistiche continuano a limitare le opportunità sui mercati esteri. I risultati saranno quindi molto differenziati a seconda del settore, del posizionamento competitivo delle imprese e della loro capacità di presidiare in modo efficace le diverse aree geografiche. Sarà fondamentale, per i distretti umbri, adottare strategie di diversificazione e flessibilità per saper cogliere le opportunità che si presenteranno nei vari mercati internazionali».

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